Comunicato di Fondazione ISEC sull’intervento del sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano
Il Sindaco Roberto Di Stefano in Consiglio comunale (21 settembre) ha fatto alcune dichiarazioni a proposito dei rapporti tra la Amministrazione comunale e la Fondazione ISEC sorprendenti per approssimazione, imprecisione e non adeguata conoscenza di fatti. Questo sarebbe un problema relativo alla sua coerenza e correttezza se non fosse che tono, argomenti e contesto prospettano una immagine della Fondazione che non corrisponde a come essa è conosciuta e apprezzata a Sesto San Giovanni, nelle scuole e tra gli insegnanti non solo della città, nelle istituzioni rappresentative – dalla Regione Lombardia al Comune di Milano – e in quelle culturali, dal Mibact alla Fondazione Cariplo alle Università milanesi.
Il Comune di Sesto ha ridotto drasticamente gli spazi finora in uso nella Villa Mylius: 10 stanze, 2 bagni, sala studio, sala seminari sono diventate 4 stanze e un bagno, non proprio il massimo in epoca di Covid e distanziamento, per la sicurezza di collaboratori e utenti. È rimasto l’uso del sotterraneo come archivio e uno spazio, sempre ad archivio, in altro luogo. È poi stato soppresso il contributo economico, anche grazie al quale Fondazione ISEC ha potuto nel tempo acquisire una crescente consistenza e stima scientifica. Tali consistenza e stima sono un patrimonio della comunità sestese e dell’area metropolitana milanese: forse non proprio ben conosciuta da tutti quelli che dovrebbero conoscerla ma per fortuna ben nota alle migliaia di studenti e alle centinaia di docenti che da anni frequentano seminari, laboratori e archivi in Largo La Marmora.
Anche una più scrupolosa attenzione al lavoro degli uffici comunali avrebbe permesso a tutti, a partire dal Sindaco, di sapere che l’affitto di alcuni locali alla Fondazione Nord Milano (una istituzione culturale, non chissà chi) – anche in base a una convergenza e coerenza di finalità oltre che di natura giuridica – era previsto nonché ovviamente comunicato alla Amministrazione, nel pieno rispetto della convenzione vigente (art. 8) fino al 31 dicembre 2020. Patti rispettati pienamente dalla Fondazione, a differenza di quelli relativi alla erogazione del contributo del Comune, per il quale ISEC ha avviato un procedimento legale. E tutto ciò in un contesto nel quale in via generale si parla di depauperamento del Comune effettuato da soggetti che si sono avvalsi delle risorse pubbliche per finalità private.
La vera natura dei rapporti sono ben noti al Comune di Sesto San Giovanni, ai rappresentanti che nomina nella Fondazione ISEC e a chiunque si prenda la pena di documentarsi presso gli uffici competenti, come si dovrebbe fare prima di parlare.
Non sono molti i Comuni nel cui ambito vivono e operano Istituzioni culturali di livello ben superiore a quello locale, è frequente il richiamo alla necessità di conservare e conoscere la storia delle comunità, per il loro intrinseco valore e come testimonianza della storia nazionale. Ci si augura sempre che quei Comuni così fortunati continuino a considerarle un patrimonio importante, come sa bene chi conosce davvero Fondazione ISEC, che da quasi cinquant’anni opera per la conservazione, la salvaguardia e la valorizzazione degli archivi e della storia della città. Gli archivi sono un bene collettivo, come riconosciuto dalla Dichiarazione universale sugli archivi firmata dall’Unesco nel 2010.
E, in definitiva, anche perché gli archivi servono sia a fare la storia sia a non dire cose inesatte o scorrette.
La Fondazione ISEC è a disposizione dei consiglieri comunali di ogni gruppo nel caso volessero prendere visione della documentazione e dello stato dei locali.
Sesto San Giovanni, 23 settembre 2021