In copertina: Araca (pseudonimo di Enzo Forlivesi Montanari), Elettrotreno e figura allegorica femminile con braccia alzate, 1940 [pittura a tempera, biacca, collage]
Grazie al contributo di Fondazione Cariplo e nell’ambito del progetto “Memoria e Futuro. Conoscere il passato per agire sul presente”, Fondazione ISEC ha potuto recuperare e ordinare l’ultimo prezioso “pezzo” dell’Archivio Storico Breda riguardante tutto l’apparato pubblicitario della società. Si tratta nel complesso di 1150 “foto ritoccate” e di 354 “bozzetti”.
Di queste, 300 fotografie ritoccate sono state catalogate attraverso la Scheda F mentre 50 bozzetti sono stati catalogati mediante la scheda OA(opera d’arte) del SIRBeCWEB, Sistema Informativo Regionale dei Beni Culturali - sistema di catalogazione del patrimonio culturale lombardo conservato all'interno di musei, raccolte e istituzioni culturali o diffuso sul territorio.
Il lavoro vero e proprio è consistito, prima di tutto, nel recupero di tutto il materiale ancora conservato in vecchie scatole appositamente create dalla Breda (purtroppo in pessime condizioni e non recuperabili). Successivamente sottoposto a pulitura mediante rimozione della polvere e di eventuali “aggiunte” in nastro adesivo ormai seccato, ecc., ricondizionato entro fogli di carta appositi. In una seconda fase il materiale è stato ordinato secondo una soggettazione già esistente, numerato e infine digitalizzato.
Al termine di questo percorso le immagini sono state riposte entro scatole di conservazione a norma e posizionate in un ambiente climatizzato.
La Breda, come molte altre industrie contemporanee (Dalmine, Pirelli, ecc.) fece grande uso del fotomontaggio e del ritocco fotografico come mezzo di comunicazione aziendale e pubblicitaria, ma si servì anche di noti illustratori e pittori del tempo per la produzione di opere “uniche” e originali.
La foto “ritoccata” era una pratica diffusa in tutte le grandi industrie italiane di questo periodo, il cui scopo era di enfatizzare, anche grazie a contenuti testuali, aspetti particolari dell’oggetto riprodotto.
Dalla immensa produzione fotografica, venivano scelti i soggetti da rielaborare: venivano eliminati particolari sgraditi, evidenziato un aspetto, velato o eliminato uno sfondo intervenendo sulla lastra di vetro poi direttamente sulla stampa con matita o tempera. Peculiare dell’ufficio grafico della Breda era il ritocco mediante aerografo con compressore. Una tecnica che permetteva di enfatizzare la plasticità delle macchine rispetto a tutto il resto e conferendo all’immagine un sapore vagamente asettico. Rifotografate, le stampe ritoccate diventavano delle vere e proprie opere uniche. La maggior parte di esse era destinata alla pubblicazione su riviste specializzate.
Notizie certe del Reparto fotografico vengono dalle schede del personale dove viene nominato per la prima volta, nel 1937, Giuseppe Carlucci assunto in qualità di aiuto fotografo, e che rimase al servizio della Breda fino al 1965 quando subentrò il figlio. Dell’Ufficio pubblicità abbiamo invece soltanto una testimonianza in un diagramma del 3.4.1946 nel quale si legge che questo faceva parte dell’Ufficio del personale. Altre testimonianze non ne esistono, tuttavia è molto probabile che sia il reparto fotografico che quello pubblicitario avessero le loro origini nei primissimi anni di vita dell’azienda.
Il gruppo dei “bozzetti” veri e propri è costituito da opere originali (dagli anni Trenta ai primi anni Ottanta). Alcuni sono dipinti a mano libera anche da artisti e noti “graphic designer” dell’epoca come Araca (pseudonimo di Enzo Montanari Forlivesi), Franco Rognoni, Max Huber, Cesare Becatti, Simoni e Radicati; altri sono composizioni realizzate con immagini ritagliate e ridipinte e poi posizionate su supporti in cartone, altre ancora sono foto ritoccate su cartone cui sono state aggiunte scritte a mano o a stampa.