Compie sessant'anni in questo 2023 la 66/1963, la legge che ha consentito alla donne di accedere alla magistratura, tappa importante di un cammino faticoso e ricchissimo di esperienze.
Un cammino ben rappresentato nel manifesto pubblicato dall'Unità in occasione dell'8 marzo 1985.
In questo manifesto, creato da Giovanna Baderna e conservato nei nostri archivi, trovano spazio la sensibilità del femminismo comunista di quegli anni e alcuni tra i temi più cari al movimento delle donne.
Il 1985, momento centrale di quegli anni Ottanta che per il femminismo non sono una fase di riflusso, chiude il decennio che le Nazioni Unite hanno dedicato alle donne. Dieci anni di impegno e mobilitazioni, nei quali in Italia il femminismo disarmista di Comiso ripropone gli ideali pacifisti che hanno accompagnato il movimento delle donne sin dalla fine dell'Ottocento; nei quali il disastro dell'Icmesa a Seveso porta a maturazione una coscienza ambientalista che le donne abbracciano e che, tenendo al centro la riflessione sul proprio corpo, intrecciano alla battaglia per la legalizzazione dell'aborto.
Nel manifesto convergono ambientalismo, pacifismo e capacità di accettare le sfide della modernità, rappresentata dal computer e da elementi grafici che ricordano circuiti elettronici e eliche di DNA, mentre il rosso dei due fiori, non in primo piano, suggerisce l'appartenenza politica. Le mani della donna infine offrono il frutto delle battaglie condotte, il suo volto esprime la fiducia che altre battaglie condurranno a nuove conquiste.