Giuliano Banfi portava con orgoglio e leggerezza un nome impegnativo. Il padre, esponente della cultura milanese, grande architetto che insieme ai suoi altrettanto famosi colleghi ed amici aveva segnato l'architettura milanese. Lo zio avvocato, dirigente e parlamentare socialista, politico milanese e nazionale. Il primo scomparso nella tragedia della deportazione, il secondo comandante partigiano: Giuliano ha fatto dell'antifascismo e dell'impegno per la democrazia la sua divisa.
Architetto, votato all'impegno pubblico nella professione e nell'impegno nel consiglio comunale e nella giunta di Milano. Dirigente prestigioso della Associazione nazionale ex Deportati, il suo impegno costante era dedicato alla ricerca e alla costruzione della memoria democratica. E il suo particolare interesse per le attività della Federazione internazionale dei Resistenti, di cui lo zio Arialdo era stato presidente per lunghi anni, testimoniava dell'ampiezza dei suoi orizzonti.
Isec lo ricorda per la continuità del suo impegno, per la cura della conservazione della memoria e dei documenti, per la passione ed insieme per il messaggio sereno di civiltà, di democrazia, di pace che trasmetteva.