"Dovunque" nelle colonie italiane in Africa orientale con l'autocarro Breda 51
La Breda: una grande impresa polisettoriale
Nel 1936 la Breda è una delle società italiane più importanti del settore metalmeccanico in Italia; quell’anno, tra l’altro, festeggia i cinquant’anni dalla fondazione, avvenuta a Milano nel 1886. Inizialmente votata alla produzione di locomotrici e vagoni ferroviari, nel giro di una quarantina d’anni ha ampliato notevolmente la propria gamma di prodotti, sino a includere armi, aerei, trattori e altri mezzi per l’agricoltura, tram, filobus e autobus, acciai di ogni tipo. In più, dispone a Mestre di un cantiere navale per la fabbricazione di naviglio di vario cabotaggio.
Un autocarro per le colonie
Nel dicembre di quel medesimo anno, a pochi mesi dalla conclusione della Campagna d’Africa con cui il regime fascista s’è "regalato", attraverso una guerra d’aggressione, un impero conquistando l’Etiopia (3 ottobre 1935-5 maggio 1936), il primo prototipo di un autocarro adatto a ogni tipo di terreno viene sottoposto dalla Breda alle autorità competenti dello Stato (Ufficio Studi ed Esperienze). Le valutazioni su questo nuovo mezzo vanno avanti fino al 1938 (quell’anno peraltro vengono svolti diversi test in Africa), quando finalmente l’autocarro ottiene un giudizio positivo e, dopo avergli apportato alcune modifiche di carattere squisitamente estetico, viene acquistato in 48 esemplari dal ministero delle Colonie. Al contempo, il Breda 51, che è stato gratificato del significativo nome di “Dovunque”, è adottato anche dal regio Esercito che lo impiegherà sui diversi fronti nel corso del secondo conflitto mondiale.
Il "Dovunque": sue caratteristiche tecniche
Come si può leggere in una pubblicazione tecnica prodotta dalla Breda nel 1942:
“La progettazione è stata diretta ad ottenere un autoveicolo che rispondesse alle necessità militari e civili ad un tempo, quindi adatto per servizi stradali, semi campali e campali (cumulativamente) specie in Africa […]. Per soddisfare 'cumulativamente' a tutti i predetti servizi che hanno finora distinto gli automezzi nelle due ben note categorie di 'stradali' e 'campali', l’autotelaio Breda realizza una costruzione tutt’affatto nuova, con la principale caratteristica rappresentata dal suo sistema rotolante, il quale comprende 8 ruote, e cioè: 2 anteriori direttrici […] munite di oscillazione molleggiata per l’aderenza ai dislivelli, 4 posteriori […] con oscillazione molleggiata assicurante l’aderenza totale al terreno, 2 di riserva […] che sono anche 'portanti' per proteggere gli organi bassi dell’autotelaio dagli ostacoli campali”.
Il camion aveva una potenza motore di 125 CV, poteva raggiungere una velocità di 60 km/h con un’autonomia di 800 km.
La Breda investe molto sul mezzo coloniale, realizza delle campagne pubblicitarie affidate a grafici molto rinomati all’epoca, e in particolare allo Studio Araca. Le prove sperimentali svolte in Africa nel 1938 ottengono peraltro un certo riscontro sulla stampa nazionale.
Un camion per tutte le stagioni
Realizzato per le colonie d'Africa, largamente impiegato durante la guerra, l’autocarro Breda 51 assurge a simbolo di pace alla conclusione del conflitto, e proprio a Sesto San Giovanni dove è nato, partecipando a un evento che è segnato nella storia della città. Poco dopo la liberazione, infatti, è proprio a un “Dovunque” che viene affidato il compito di trainare da un ricovero nei dintorni di Monza, dove era stata spostata per proteggerla dai bombardamenti, la carlinga del quadrimotore per trasporto passeggeri Breda Zappata (BZ) 308. Il grande apparecchio avrebbe dovuto, nelle intenzioni delle maestranze della Breda, segnare la rinascita produttiva dell’impresa dopo che la sezione aeronautica era stata completamente distrutta durante il tremendo bombardamento del 30 aprile 1944: purtroppo non sarà così, ma questa è tutta un’altra storia.
Alberto De Cristofaro
Le immagini che illustrano il testo sono tratte dall'Archivio storico Breda.