Donne e Uomini per la libertà

“E direi che neanche oggi è stato sufficientemente capito dai più, quali sono stati i valori che hanno determinato il comportamento, in quel momento storico, di tanti uomini come mio marito o come Giulio Casiraghi; uomini che hanno pagato per le loro scelte, le loro libere scelte; uomini che ci hanno insegnato come, al di sopra delle beghe dei partiti, di tutti i partiti, al di sopra dell’amore per il potere che corrompe, e della politicheria che immiserisce, ci stanno valori quali la solidarietà umana, la bontà, il senso della giustizia per tutti, per i quali ha realmente un senso vivere e morire…” - Fernanda Bagnoli, moglie di Umberto Fogagnolo (in M. Castoldi, “Piazzale Loreto”, Donzelli, 2020 pag. 3).

Questa sezione è suddivisa in tre parti: la prima è riservata alle risultanze dello schedario delle Commissioni per il riconoscimento ai sestesi della qualifica di patriota combattente (partigiano) e di benemerito della lotta di liberazione; la seconda è dedicata a una parte delle donne e degli uomini nativi o residenti a Sesto San Giovanni o che lavoravano nelle fabbriche cittadine che ebbero il coraggio di opporsi alla lunga dittatura fascista e all’occupazione nazi-fascista, mentre la terza riserva attenzione a un piccolo numero di antifascisti di Milano, di Monza di altri Comuni della zona.

Per le persone ricomprese nella Sezione “Donne e Uomini per la Libertà”  è stato possibile rinvenire specifica documentazione negli archivi di Fondazione  ISEC.

Oltre a loro, diversi altri patrioti si opposero al fascismo e alla occupazione nazi-fascista a Sesto San Giovanni.

E’ possibile consultare i nominativi di molti di loro nei documenti che Fondazione ISEC rende disponibili on line in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione e, tra gli altri, nei seguenti testi:

-          "Relazione sul movimento clandestino a Sesto SG dal 1926 al 1945” Fondo Gruppo Studio Resistenza Busta n. 1 - Fasc. 10. (Sezione “Sesto San Giovanni tra le due guerre” anno 1944 documento n.1);

-          “Il diario di Angelo Pampuri, operaio della Breda” – Fondo Gruppo Studio Resistenza, B. n. 1 fasc. n. 1 (Sezione “Sesto San Giovanni tra le due guerre” anno 1943 documento n.1);

-          “Il diario di Mario Taccioli” – Fondo Gruppo Studio Resistenza, B. n. 1 fasc. n. 14 (Sezione “Sesto San Giovanni tra le due guerre” anno 1944 documento n. 10);

-          “Il diario di Mario Finetti” – Fondo Gruppo Studio Resistenza, B. n. 1 fasc. n. 6 (Sezione “Sesto San Giovanni tra le due guerre” anno 1945 documento n. 4);

-          “Fondo Isidoro Bossi”  (Sezione “Donne e Uomini per la Libertà” – Bossi Isidoro).

- Giuseppe Gaeta "Storia di un operaio comunista " - Fondo Gruppo Studio Resistenza, B.n.1 fasc. n. 15 (Sezione "Donne e Uomini per la Libertà - Gaeta Giuseppe).

 

In occasione della celebrazione dell'ottantesimo anniversario della Liberazione,  Fondazione ISEC ETS ha deciso di avviare la ricerca e la digitalizzazione di documenti presenti nei propri archivi perchè, anche mediante la condivisione del patrimonio archivistico, possano proseguire gli studi e gli approfondimenti e rinnovare il ricordo delle persone verso le quali la Repubblica Italiana e tutti noi abbiamo un grande debito di riconoscenza. Il lavoro di cura della memoria da parte di Fondazione ISEC proseguirà naturalmente nei prossimi anni.

Lo schedario delle commissioni per il riconoscimento di patriota combattente e di benemerito della lotta di Liberazione – Sesto San Giovanni.

Con d.l.l. 9 novembre 1944, n. 319, fu costituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri una Commissione nazionale e un Ufficio per i patrioti dell’Italia occupata con il compito "di studiare, con criteri unitari, tutti i problemi relativi all’attività svolta dai patrioti nella lotta contro i tedeschi e contro il fascismo, e di promuovere i necessari provvedimenti" (art. 2). Essa era presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri e composta dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con la funzione di vicepresidente, da un Sottosegretario di Stato designato dal Ministro della guerra, dal Sottosegretario per la stampa e le informazioni e da quattro esperti nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri medesimo.

Sono stati altresì definiti i criteri per la attribuzione delle qualifiche: quella di patriota (partigiano) combattente da riconoscere agli organizzatori e ai componenti stabili o attivi di bande che avevano effettivamente partecipato ad azioni di combattimento o di sabotaggio e a coloro che avevano compiuto in qualunque modo atti di eccezionale ardimento nella lotta di liberazione; quella di caduto per la lotta di liberazione da attribuire a tutti coloro che, in qualità di combattenti o di prigionieri politici o di ostaggi o vittime di rappresaglie, avevano perso la vita ad opera dei nazi-fascisti; quella di mutilato o invalido per la lotta di liberazione era riconosciuta agli stessi della precedente categoria che avevano riportato mutilazioni o invalidità; mentre a coloro che, pur non avendo la qualifica di patriota combattente, avevano svolto con rischio della propria vita rilevante attività nella lotta di liberazione o collaborato con bande attive, sarebbe spettata la qualifica di benemeriti della lotta di liberazione.

E’ possibile consultare on line lo schedario delle commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza al seguente indirizzo: https://partigianiditalia.cultura.gov.it/

mentre per i lavori della Commissione per la Lombardia: https://partigianiditalia.cultura.gov.it/commissione/commissione-riconoscimento-qualifiche-partigiani-lombardia/

ISEC conserva nel proprio archivio gli elenchi, dal primo (1.3.1946) al centododicesimo (31 luglio 1948) riportanti le qualifiche riconosciute, redatti dalla apposita Commissione per la Provincia di Milano e ne ha curato la digitalizzazione.

E’ qui possibile consultare lo stralcio di questi elenchi comprendenti le qualifiche riconosciute per il solo Comune di Sesto San Giovanni.

Il ricordo riconoscente ad alcuni tra i tanti, sestesi o lavoratori nelle aziende di Sesto, che seppero ribellarsi alla dittatura del regime mussolininano e alla occupazione nazifascista (sulla base delle risultanze degli archivi di Fondazione ISEC ETS).

Alfaroli Osvaldo

Alfaroli Osvaldo - Nato a Sesto San Giovanni il 14.5.1915, residente a Sesto San Giovanni, aggiustatore alla Breda III Sezione, arrestato l’1.3.1944 a casa, di sera. Date e luoghi di detenzione in Italia: San Vittore – Fossoli. Date di trasporto: 21/6/1944-24/6/1944. Lager: Mauthausen. N. di matricola: 1553. Fonti: Ar., Foto - II, III, V.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Andreoni Angelo

Andreoni Angelo - Nato a Sesto San Giovanni il 26.12.1923, residente a Sesto San Giovanni, aggiustatore alla Breda V Sezione,“precettato il 20.8.1944 per servizio del lavoro in Germania”(Scheda Breda). Date e luoghi di detenzione in Italia: San Vittore – agosto 1944, Bolzano. N. di matricola: 3817A. Fonti: 5, 13, 16 - II, V.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Bagnoli Fernanda

Bagnoli Fernanda - Nata nel 1916 a Portomaggiore, moglie di Umberto Fogagnolo, sua attiva collaboratrice, lo aiutava nel trasporto delle armi ed in altre azioni pericolose. Continuò la sua azione anche dopo l'uccisione del marito. Le SS andarono a casa sua per prelevarla, ma, avvertita dalla portinaia, riuscì a fuggire. Si rifugiò “prima a Sesto San Giovanni da un certo Pipan, padrino del figlio Sergio e amico del marito." “Fu la moglie di Giulio Casiraghi, Erminia Sala, ad aiutare a nascondere per qualche tempo Fernanda Bagnoli, moglie di Umberto Fogagnolo, quando questa, dopo i fatti del 10 agosto, fu per un periodo ricercata dai nazisti.” "La sorella di Fernanda, Elena, conobbe le carceri fasciste, dove fu detenuta per aver collaborato alla attività antifascista di Fernanda. (da M. Castoldi - Piazzale Loreto, Donzelli, 2020 pag. n. 83 e 155). Nel documento qui consultabile risalta la forte unione di vita, di amore, di ideali e di azioni concrete tra Fernanda Bagnoli e Umberto Fogagnolo. “Si erano conosciuti giovanissimi ed erano cresciuti insieme, lei era più giovane di cinque anni. Si sposarono subito dopo la laurea di lui nel 1936 e andarono a vivere a Monfalcone, dove Umberto lavorava ai cantieri, ma vi rimasero per poco. La coscienza politica maturò in loro lentamente e già a Monfalcone, quando videro gli slavi perseguitati dai fascisti e costretti alla clandestinità, perché era loro negata la propria cultura, la propria identità, le proprie tradizioni. A Milano la coscienza antifascista si consolidò progressivamente."(M. Castoldi - Piazzale Loreto, Donzelli,2020 pag. n. 85-86).

Fondo di provenienza:

Fondo ANPI Sesto San Giovanni B.n.2, fasc. n. 11 doc. n.178-179.

Baldanza Liborio (Libero)

Baldanza Liborio (Libero) - Nato il 2.8.1899 a Geraci Siculo (PA). Residente a Sesto San Giovanni. Lavorava alla Breda III Sezione come attrezzista. Dal 1926 al 1930 curava con Clemente Mandelli e Giulio Casiraghi la redazione del foglio "Il Risveglio" che, una volta ciclostilato, veniva distribuito nelle fabbriche attraverso una fitta rete di distributori (da Sesto San Giovanni nella Resistenza - Comune di Sesto an Giovanni 1970-71 pag. 8) . Processato e assolto dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato nel 1931 per organizzazione comunista; nuovamente processato e assolto nel 1932. L’8.3.1935 ammonito, prosciolto il 26.5.1936 grazie alla proclamazione dell’impero. Fuoriuscito in Francia e Svizzera 1936–1938, arrestato nel 1939. Di nuovo arrestato il 14.3.1944 in casa, di notte. Carcere di San Fedele. Carcere di San Vittore. Caserma Umberto I di Bergamo. Partito il 17.3.1944 e giunto il 20.3.1944 a Mauthausen (matr. 58683). Trasferito il 2.4.1944 a Gusen e il 16.4.1944 a Wien Schwechat (Mau.). Trasferito tra fine giugno/primi luglio 1944 a Wien Hinterbrühl (Mau.). Deceduto in luogo non noto tra Wien Interbruhl e Mauthausen il 3.4.1945.

Fonti: 1, 2,7,8,13 AR CRI del 19.7.46

Biografia: Borgomaneri, 1995, pp. 159, 212; Mascetti, 1990, pp. 25, 45, 50, 77, 81, 93; Vignati, 1988, pp. 30, 31, 50.

La cellula di strada Sesto Nuova era diretta da Giulio Casiraghi e da Libero Baldanza. “Poi c'era un altro compagno che veniva da noi, Libero Baldanza, uno che parlava poco ma faceva i fatti.” (da Fabio Cereda e Giorgio De Vecchi, Sesto San Giovanni 1943-1945. Scenari della liberazione, Giorgio Tarantola Editore, 2015 pag. n. 41 e 56).

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945. Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza Fasc 9(268)

Barbieri Angelo

Barbieri Angelo - Nato a Borgo San Giovanni il 6 o il 26.9.1907 e residente a Sesto San Giovanni, fresatore alla Breda I Sezione. Arrestato il 21.1.1931 per organizzazione comunista, condannato dal Tribunale speciale il 10.11.1931 a 5 anni. Liberato per amnistia il 12.11.1932. Ancora vigilato nel 1942 (CPC vol. 2). Arrestato il 14.3.1944 a casa, di notte. Date e luoghi di detenzione in Italia: San Fedele, San Vittore – Caserma Umberto I. Date di trasporto: 17.3.1944-20.3.1944. Lager: Mauthausen. – Gusen (M). N. di matr. 58691. Morto il 7.3.1945 a Gusen. Fonti:1, 6, 7, 8 Ar., Foto – I, II, III, V, XII.

Biografia: E. Mascetti,La pelle dell’orso, Milano, Greco&Greco, 1992, pp. 25, 52, 81; G. Vignati (a cura di),I ribelli al governo della città, Milano, Franco Angeli, 1988, pp. 30, 50.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945. Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Fondo ANPI busta n. 2 fasc. n.12

Bossi Emilio

Bossi Emilio - Nato a Sesto San Giovanni il 25.5.1912 e ivi residente. Addetto alle macchine legno della Breda II Sezione. Arrestato l’1.3.1944 in fabbrica, durante il servizio UNPA e detenuto a San Vittore. Trasportato nei giorni 4.3.1944 -13.3.1944 a Reichenau- Mauthausen (matr. 57552) e quindi il 9.4.1944 a Ebensee (Mauthausen) e ivi deceduto il 29.4.1945.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945. Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Bossi Isidoro

Isidoro Bossi - nato a Sesto San Giovanni  il 2 agosto 1924, di famiglia religiosissima, cattolico praticante, iscritto all’Azione Cattolica, lavora dal 1938 come apprendista alla OSVA fino al 1939, quando viene licenziato per aver espresso la sua opinione negativa sulla leva dei volontari. (fondo Isidoro Bossi): "Vengo arrestato subito e portato all'OVRA di via Pagano a Milano ove mi trovo in numerosa compagnia con altri giovani cattolici di Milano e della provincia arrestati per lo stesso reato. Le nostre associazioni sono poste sotto accusa, Don Mapelli denunciato insieme a Don Paolo Marelli. Tutto si concluderà fortunatamente in un'amnistia generale per l'intervento  energico del cardinale Schuster di Milano. Tutti gli studenti me compreso che ero stato nel frattempo licenziato dall'OSVA verranno espulsi da tutte le scuole del Regno ed inviati sotto sorveglianza al lavoro coatto presso le Acciaierie Falck di Sesto.’ In seguito lavora alla Falck. Commissario del distaccamento “Legnano” della 25ª Brigata del Popolo, gruppo cattolico che contava circa 120 partigiani. Partecipò nel maggio 1944 alla liberazione di circa 200 prigionieri dal campo delle scuole Mario Galli a Sesto San Giovanni, ospitandone alcuni. Alcuni stralci della sua autobiografia E' stato insignito di medaglia d’oro al valor militare. Ulteriori notizie nella sezione "Sesto San Giovanni tra le due guerre" - anni 1938 e 1944.

Fondo di provenienza:

Braschi Angioletta

Braschi Angioletta - "diploma d'onore per il contributo dato alla lotta per la liberazione della Patria dall'oppressore nazifascista."conferito dall' Associazione Donne della Resistenza - Unione Donne Italiane -1951.

Fondo di provenienza:

Fondo ANPI Sesto San Giovanni B.n.1 fasc. n. 9 doc. n.912

Brigata del Popolo (Caglio)

Brigata del Popolo (Caglio) - distaccamento agli ordini del CLN di Sesto San Giovanni. Sono consultabili gli elenchi degli appartenenti redatti nel 1946 dal CLN sestese.

Fondo di provenienza:

Fondo CNL Sesto San Giovanni (doc. da n. 3360 a n. 3362)

Caleffi Piero

Caleffi Piero - Nato a Suzzara (Mantova) il 9.6.1901. Dal 1924 dirigente e segretario della Federazione del Partito socialista italiano di Mantova, che diresse sino al 1926. Nel 1929 aderisce al movimento di Giustizia e libertà e viene più volte arrestato e incarcerato in quanto antifascista: nel 1930 e nel 1936, ad esempio, è arrestato dalle autorità fasciste con l’accusa di sovversione. Dal 1943 partecipa alla Resistenza: entra a far parte del Partito d'Azione e, nel settembre, della Law, la prima missione alleata inviata dagli inglesi in Italia (diretta da Mino Steiner), per la quale organizza un servizio d’informazione sui movimenti delle truppe d’occupazione tedesche, si occupa di far arrivare in Svizzera i prigionieri alleati e organizza i collegamenti con le prime formazioni partigiane. Nell’agosto del 1944, scoperto dai nazisti, viene arrestato e deportato a Bolzano, poi nel campo di concentramento di Mauthausen. Riesce a sopravvivere e a tornare in patria, dove svolge un'intensa attività giornalistica. Nel febbraio del 1946 lascia il PdA. Nel 1947 entra a far parte del Partito socialista dei lavoratori italiani – PSLI e nel 1953 rientra nel PSI. Dal 1958 al 1972 è senatore, poi vicepresidente del Senato e infine sottosegretario alla Pubblica Istruzione nel II e III Governo Moro (1964-1968). Presidente dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti – ANED, ha narrato la sua esperienza personale all’interno dei lager nel volume "Si fa presto a dire fame", pubblicato nel 1955, con una prefazione a cura di Ferruccio Parri. Nel 1972 tra i fondatori, e poi presidente, dell’Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio (oggi Istituto per la storia dell'età contemporanea – ISEC). Piero Caleffi muore a Roma il 22.8.1978. (da Fondazione Istituto per la storia dell’età contemporanea – ISEC).

Fondo di provenienza:

Camagni Rodolfo

Camagni Rodolfo - Nato a Milano il 18 febbraio 1901 e residente a Sesto San Giovanni. Camagni, primo Sindaco, e la prima Giunta sestese subito dopo la Liberazione (diretta emanazione del CLN di Sesto San Giovanni) rimangono in carica fino all’aprile 1946, quando si svolgono le prime elezioni libere del dopoguerra. Rodolfo Camagni, conosciuto con il nome di battaglia di “Venanzio”, è operaio calibrista alla Breda, iscritto al Pci clandestino fin dalla sua messa al bando ad opera del fascismo. Diversi documenti ricordano il suo contributo di antifascista, di resistente e di primo Sindaco dopo la Liberazione,

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Canzi Virgilio

Canzi Virgilio - detto Giorgio, partigiano, dirigente del Pci. Virgilio Canzi è tra i fondatori dell’Istituto milanese per la storia della resistenza e del movimento operaio di Sesto San Giovanni - ISRMO (oggi Fondazione Istituto per la storia dell'età contemporanea - ISEC). Già tecnico della Pirelli, combatte nella 55ª brigata Garibaldi Rosselli divenendo membro dell’Intendenza del Comando regionale lombardo delle brigate Garibaldi. Dal gennaio del 1945 al 1946 guida il Fronte della gioventù di Sesto San Giovanni. Dirigente del Pci dall’immediato dopoguerra, fa parte della Segreteria della Federazione milanese dal 1977 al 1980 e della Federazione delle cooperative per il settore agricolo. Assessore alla Cultura e Istruzione e Vicesindaco di Sesto San Giovanni dal 1970 al 1975, Assessore al Bilancio della Provincia di Milano dal 1975 al 1977, Sindaco di Cinisello Balsamo dal 1980 al 1983, anno della sua morte. (da Fondazione Istituto per la storia dell’età contemporanea – ISEC)

Fondo di provenienza:

Fondo Canzi Virgilio Fascicolo n. 2

- volantini del Comitato di Liberazione Nazionale e del Corpo Volontari della Libertà, di partiti politici, di antifascisti e formazioni partigiane del periodo 1940-45. (sett. 1943-16 febb.1943 e s.d.);

- volantini del PCI (1 mag.1942 -mar./apr. 1945);

Casano Gasparino

Casano Gasparino - Nato a Sesto San Giovanni il 24.11.1912 e ivi residente. Di professione guardia presso Breda Impianti. Arrestato il 16.3.1944, detenuto a San Vittore, trasportato il 16.3.1944 a Vienna O.T. e il 24.11.1944 a Leubengrund (Khala) fino all’1.12.1944 e qui deceduto il 12.4.1945.

Fonti: Anagrafe Sesto San Giovanni, AR., V, XI.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945. Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Casiraghi Giulio e Casiraghi Mario

Casiraghi Giulio - Nato a Sesto San Giovanni (Milano) il 18 ottobre 1899, fucilato a Milano in Piazzale Loreto il 10 agosto 1944, operaio elettricista. Nel 1921 aveva aderito al Partito comunista. Attivo antifascista, svolse la sua attività clandestina alle Acciaierie Lombarde, all'Alfa Romeo, alla Marelli, alla Breda e tra i militari delle caserme milanesi. Arrestato, Casiraghi fu condannato dal Tribunale Speciale nel 1931 a 4 anni di reclusione. Scontata la pena e ripresa l'attività contro il regime, nel 1935 l'operaio milanese fu di nuovo arrestato. Tornato in libertà, nel 1943 fu tra gli organizzatori dei grandi scioperi del marzo nel capoluogo lombardo. Dopo l'armistizio Giulio Casiraghi partecipò con grande impegno alla Resistenza: organizzò la raccolta di armi e viveri per le formazioni partigiane, provvide alla stampa e alla diffusione dei giornali clandestini. Con Libero Baldanza dirigeva la cellula di strada “Sesto Nuova”. Fu arrestato dalle SS il 12 luglio 1944. Rinchiuso nelle carceri di Monza e a lungo torturato, prima di essere trasferito nel carcere di San Vittore riuscì a scrivere sulla porta della cella un preveggente messaggio: "Il mio pensiero alla mia cara moglie e ai miei cari, il mio corpo alla mia fede". Pochi giorni dopo Casiraghi fu prelevato dal carcere milanese e fucilato in Piazzale Loreto con altri 14 patrioti. Sei mesi dopo il sacrificio di Giulio, anche il fratello Mario (https://anpimilano.com/wp-content/uploads/2020/01/casiraghi-mario-1.pdf ) appartenente alla 109° Brigata “Giulio Casiraghi”, tenace assertore del CLN Aziendale della Ercole Marelli, cadeva in Valle Introna, combattendo con i partigiani. Sulla casa dove i fratelli Casiraghi abitavano, la Città di Sesto San Giovanni (Medaglia d'oro al valor militare) ha fatto apporre, a ricordo, una lapide. Nell'aprile del 2008 la targa è stata danneggiata dalle fiamme; un gruppetto di neofascisti ha appiccato il fuoco alla corona d'alloro che (in occasione delle celebrazioni a Sesto San Giovanni del giorno della Liberazione), era stata collocata, sotto la lapide di via Marconi, dalle organizzazioni della Resistenza. ( da https://www.anpi.it/biografia/giulio-casiraghi). Nel cortile di quello stesso caseggiato in via Marconi n. 191 gli studenti del liceo artistico “Enrico De Nicola” di Sesto San Giovanni – di concerto con la sezione locale dell’ANPI “340 Martiri” – hanno realizzato un murales, inaugurato il 12 novembre 2025, che ne onore il sacrificio.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza Fasc. 8 (doc. n. 223-225)

Fondo Gruppo Studio Resistenza Fasc. 9 (doc.n. 253-254)

Fondo ANPI Sesto busta n.2 fasc. n.11 doc. 177 e 172-174).

Cazzaniga Alessandro

Cazzaniga Alessandro - sestese, operaio della Breda e della Ercole Marelli, Assessore comunale di Sesto San Giovanni dal 1920 al 1922 sino alla marcia su Roma e alle dimissioni del Sindaco Umberto Comi (informazioni tratte dalla intervista qui consultabile).

Fondo di provenienza:

Caspani Bruno e Cestari Carla

Caspani Bruno e Cestari Carla - Lui alle dipendenze della Falck e lei dipendente della Vetrofial Soffieria Bondanza furono costretti ad abbandonare il lavoro e la loro abitazione a Sesto perché ricercati politici.

Fondo di provenienza:

Fondo CNL Sesto San Giovanni (doc.2651)

Corradi Vincenzo

Corradi Vincenzo - nato a Fidenza il 4.9.1890, residente a Sesto San Giovanni, operaio meccanico della Breda, incarcerato e condannato per ricostituzione del Partito comunista, di cui è accusato di essere capocellula (informazioni tratte dai documenti del fondo Corradi).

Fondo di provenienza:

Cremaschi Alberto

Cremaschi Alberto - Ingegnere, appartenente alla 49ª Brigata “Matteotti”, dopo la scarcerazione da San Vittore, presta la sua opera presso il Comando Piazza di Sesto San Giovanni, partecipando attivamente all’insurrezione. E’ successivamente giudice del Tribunale del Popolo di Sesto San Giovanni.

Fondo di provenienza:

Fondo CLN Sesto San Giovanni- b. 3 fasc. 3 (documento n. 3012)

Cretti Dante

Cretti Dante - Nato a Sesto San Giovanni il 14.5.1909 e ivi residente. Di professione animista carpentiere alla Breda III Sezione. Iscritto al Pcd’I dal 1921, condannato in contumacia a un anno di reclusione dal Tribunale Speciale il 22.5.1939 per attività comunista. Espatriato con L. Frassinetti e A. Mantovani in Francia dove si impegna nell’organizzazione clandestina del Pcd’I, viene arrestato a Parigi nell’agosto 1944 e trasportato il 9.9.1944 a Buchenwald (matr. n. 85146) e il 26.9.1944 a Halberstadt (B), dove muore il 24.3.1945.

Fonti: 1,7-Ar. Dich. vedova e figlia, Doc. Bu. Foto. I, XII.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

De Candia Pantaleo

De Candia Pantaleo - Nato a Bisceglie il 23.6.1896 e residente a Sesto San Giovanni, operaio della Breda, appartenente alla 184ª Brigata Garibaldi, viene fucilato a Sesto San Giovanni il 18.6.1944, insieme a Luciano Migliorini, operaio della Falck. Gli fu conferito il diploma Alexander 226698. Dopo gli scioperi del marzo 1944,“Tra il 27 e il 28 giugno si ebbero sistematici rastrellamenti nelle abitazioni dei dipendenti della Falck e seguirono arresti in massa. La sera del 28 giugno 1944 alle ore 20,30 tre torpedoni pieni di squadristi della Legione Autonoma Ettore Muti provenienti da Milano, giunsero in questo luogo che allora si chiamava Trattoria Tripoli a causa delle finestre in stile arabo, che era frequentato dagli abitanti del villaggio Falck e dai lavoratori della stessa Falck. Nel dopoguerra sarà il Circolo cattolico San Giorgio. I clienti della Trattoria una sessantina, vennero fatti uscire dal locale e perquisiti e arrestati per essere trasferiti al Comando per essere interrogati.

https://www.anpi.it/quei-due-operai-antifascisti-fucilati-dalla-muti-che-avevano-organizzato-gli-scioperi-dei-43-alla

Fondo di provenienza:

Fondo CLN Sesto San Giovanni (doc. n. 2969).

Fondo Anpi Sesto busta n. 2 fasc. n. 12 - Foto

Donadoni Alessandro

Donadoni Alessandro - Nato a Sesto San Giovanni il 18.2.1913 e ivi residente. Meccanico ribattitore alla Breda II Sezione. Arrestato il 14.3.1944 a casa, di notte, e detenuto in Italia a San Fedele, San Vittore e nella Caserma Umberto I. Trasportato tra il 17.3.1944 e il 20.3.1944 a Mauthausen (matr. n. 58841) e quindi a Gusen (M), dove muore il 7.7.1944.

Fonti: 1, 6, 7, 8-Ar., Foto – I, II, III, V, XII.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945,Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Fondo ANPI Sesto busta n.2 fasc. n.11 doc. 145

Fondo Anpi Sesto busta n. 2 fasc. n. 12 - Foto

Finetti Mario

Finetti Mario - Nato a Terni il12 o il 21.11.1904 e residente a Sesto San Giovanni. Capo tecnico della Breda I Sezione, viene arrestato a casa, di notte, e detenuto nel Gruppo Rionale Baracca – Gruppo Rionale Mussolini, poi dall’8.2.1945 a San Vittore e dal 14.2.1945 -15.2.1945 a Bolzano (9671K), poi D, poi Mauthausemn).

Fonti: 5, 13, M. Finetti, diario ”La nostra prigionia dal 21/1 al 30/4/1945“– IIB, V.

Bibliografia: Vignati, 1988, pp. 60, 61, 102.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n.1 Fasc n.6 (doc. da n. 182 a n. 201)"Dal mio piccolo diario, stralcio questi appunti per dedicarli aî compagni OLDRINI - PINO - PIROVANO amici di sventurae di pregionia dal 21 Gennaio al 30 Aprile 1945",

Fondo Breda – Scheda personale

Fiorani Domenico

Fiorani Domenico - Nato a Boron (Svizzera) il 24 gennaio 1913, fucilato in piazzale Loreto a Milano il 10 agosto 1944, perito industriale. Militante socialista, durante la Resistenza faceva parte delle Brigate "Matteotti". Fiorani, incaricato della produzione e della diffusione della stampa clandestina, fu arrestato il 25 giugno 1944 a Busto Arsizio, mentre si stava recando all'ospedale a visitare la moglie che vi era stata ricoverata. Incarcerato a Monza dalla polizia politica, il 7 agosto, proprio pochi giorni prima della strage di piazzale Loreto, l'impiegato fu trasferito nel carcere di San Vittore. Vi sarebbe uscito per affrontare il martirio. (https://www.anpi.it/biografia/domenico-fiorani). “Studiò da perito industriale a Milano alla Feltrinelli, sino a conseguire il diploma, che gli permise di lavorare alla Magni, alla Broggi, alla Marelli e infine alla Falck. (…) Domenico Fiorani nel frattempo era diventato rappresentante socialista nel Cln di Sesto San Giovanni, che si riuniva all’oratorio San Luigi, poi si occupò dei collegamenti tra le formazioni armate e soprattutto con quelle di montagna per le quali procurava equipaggiamento e viveri. (…) Il cugino Eugenio, che si salvò fuggendo in Svizzera nell’autunno del 1944, lo ricordava così: ’Fin da ragazzo altruista, generoso, coraggioso. Direi perfino baldanzoso. Io a volte mi confrontavo con lui; lo osservavo nella vita, sul lavoro, c’era una molla in più per lui, un qualche cosa che io non avevo per esempio. Bisogna dire quel che è. Capacità rapida di vedere un problema, di metterlo a fuoco, e di proporre soluzioni. Non è intelligenza questa?’ “(da M. Castoldi - Piazzale Loreto, Donzelli, 2020 pag. n. 96). "Dopo l'8 settembre fu tra i primi animatori della Resistenza assicurando i collegamenti tra l’organizzazione socialista e alcune formazioni partigiane in montagna alle quali procurava viveri e mezzi.“ (da Fabio Cereda e Giorgio De Vecchi, Sesto San Giovanni 1943-1945. Scenari della liberazione, Giorgio Tarantola Editore, 2015 pag. n 94).

Fondo di provenienza:

Fondo ANPI Sesto busta n.2 fasc. n.11 doc. 175-176.

Fondo Anpi Sesto busta n. 2 fasc. n. 12 - Foto

Fogagnolo Umberto

Fogagnolo Umberto - Nato a Ferrara il 2.10.1911, fucilato a Milano, in piazzale Loreto, il 10.8.1944, ingegnere elettrotecnico. Antifascista, pochi giorni dopo la caduta di Mussolini e quando già aveva deciso di impegnarsi nella Resistenza (era in contatto con uno stretto collaboratore di Ferruccio Parri), scrive alla moglie una lettera nella quale si legge:" Ho vissuto ore febbrili ed ho giocato il tutto per tutto. Per i nostri figli e per il tuo avvenire è bene tu sia al corrente di tutto. Qui ho organizzato la massa operaia che ora dirigo verso un fine che io credo santo e giusto. Tu Nadina mi perdonerai se oggi gioco la mia vita. Di una cosa però è bene che tu sia certa. Ed è che io sempre e soprattutto penso ed amo te e i nostri figli. V'è nella vita di ogni uomo però un momento decisivo nel quale chi ha vissuto per un ideale deve decidere ed abbandonare le parole". Fogagnolo abbandona presto le parole: è fermato per la prima volta a Milano, quando interviene, si era nell'ottobre del 1943, per difendere un operaio aggredito dai fascisti. Era già entrato nella Resistenza a Sesto San Giovanni, rappresentante del Partito d'Azione in quel CLN che teneva in gran conto le opinioni di quell' "ingegner Bianchi", dirigente della Società Ercole Marelli, che aveva - sia pure salvando le forme - un rapporto alla pari con gli operai. Fogagnolo, con l'operaio comunista Giulio Casiraghi, è, infatti, l'organizzatore degli scioperi del marzo 1944. Attivissimo in azioni di sabotaggio a Milano e in Lombardia si oppone al progetto di far saltare una diga; un progetto che, sul momento, danneggerebbe gli occupanti tedeschi, ma che avrebbe comportato in seguito un danno enorme per i milanesi. Fogagnolo continuò nella sua lotta sino a che, il 13.7.1944, non fu arrestato dalle SS. Tradotto nel carcere di San Vittore e sottoposto a tortura nel famigerato 5° Raggio, l'ingegnere non si lascia mai sfuggire una frase che avrebbe potuto danneggiare la Resistenza. Per questo è uno dei quindici patrioti eliminati a Piazzale Loreto, nell'agosto del 1944. (da https://www.anpi.it/biografia/umberto-fogagnolo). “ Anche in queste scelte Umberto Fogagnolo si trovava in grande sintonia con Giulio Casiraghi, l’azionista e il comunista, l’ingegnere e l’operaio lavoravano insieme, uniti da un ideale comune.”(da M. Castoldi - Piazzale Loreto, Donzelli, 2020 pag. n. 87).

"Anche Umberto Fogagnolo ha lasciato il campo della nostra lotta. Apprendemmo della sua morte dal manifesto affisso dai carnefici nazi-fascisti per le strade di Milano. Era caduto con altri quattordici compagni appartenenti a tutte le categorie sociali per misura di rappresaglia contro le azioni sempre più decise condotte dalle forze del popolo contro il nazi-fascismo. Instancabile organizzatore, Fogagnolo ha voluto restare al suo posto, vicino agli operai che tanto amava, sino all’ultimo. A nulla valsero i consigli e le esortazioni dei compagni perchè si allontanasse dal pericolo. Quando sentì che le maglie tese dalla polizia fascista si stringevano attorno a lui, si limitò a scrivere un testamento spirituale. Era un poeta della libertà e della giustizia. Il partito d’azione, che lo ebbe suo rappresentante nel C.L.N. di Sesto, perde in lui uno dei suoi più degni. Per noi tuttavia Umberto non è morto. Il suo esempio ci dà forza per condurre vittoriosamente alla fine la lotta per la quale egli è caduto." (da "L'Italia libera - organo del Partito d'Azione" n. 12 del 28 agosto 1944.)

"Fra i caduti noi ricordiamo con particolare emozione Umberto Fogagnolo, ingegnere alla Ercole Marelli, trentatreenne, padre di tre figli, che sì era prodigato con abnegazione e intelligenza fino a tre settimane prima dell’eccidio nella lotta antifascista e che particolarmente gli operai di Sesto S. Giovanni conoscevano e stimavano." (da "Voci d'Officina" - organo sindacale del Partito d'Azione - edizione lombarda n. 7 del 30 agosto 1944).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza,B.n.1. Fasc. n. 1 (0-80) nelle date del 10 e 11 agosto 1944 e fasc. n. 16 (fotografia doc. n.815)

da "L'Italia libera - organo del Partito d'Azione" n. 12 del 28 agosto 1944 pag. n. 2.

da "Voci d'Officina" - organo sindacale del Partito d'Azione - edizione lombarda n. 7 del 30 agosto 1944 pag. n. 1.

Fondo ANPI Sesto busta n.2 fasc. n.11 doc. 177 e 178-179.

Fondo ANPI Sesto busta n.2 fasc. n.12

Fugazza Maria

Fugazza Maria - Nata a Pianengo (Cr) il 27.10.1924, residente a Cinisello Balsamo. Lavorava alla Breda, V Sezione, addetta ai seghetti. Arrestata il 14.3.1944 a casa, di notte. Detenuta nel Carcere di Monza, a San Vittore e alla Caserma Umberto I. Trasportata il 5.4.1944 . 8.4.1944 a Mauthausen (n.i.) - carcere centrale, Vienna 2.5.1944- Birchenau (A).(81297) - 24.10.1944 Chemnitz (F) (%6409) - 10.4.1945. Lieitmeritz (F).

Da "Le pietre raccontano" - Comune di Cinisello Balsamo.

Fonti: 1 -Ar.Doc. Au. Foto, Tt ex deportata I, II, III, V, XIV.

(da G. Valota – Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Testimonianza registrata 2002 da G. Valota – Streikertransporter, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni .1943.1945. Pag. n-. 124 Guerini -ISEC.

Fondo Breda – Scheda personale

https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article526

Fusetti Darles

Fusetti Darles - Protagonista della organizzazione delle cellule di strada e di fabbrica e nel Pci di Sesto San Giovanni durante la dittatura fascista e nel periodo della lotta di liberazione. "... sul territorio si erano organizzate le cellule di strada del Rione Vittoria dirette da Darles Fusetti ..."(da Fabio Cereda e Giorgio De Vecchi, Sesto San Giovanni 1943-1945. Scenari della liberazione, Giorgio Tarantola Editore, 2015 pag. n. 41). Il documento allegato è una testimonianza delle modalità operative delle cellule di strada e di fabbrica a Sesto San Giovanni.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 -Fasc. 13 (da n. 536 - 540.)

Gaeta Giuseppe

Gaeta Giuseppe - Nato a Canelli (Asti) il 18.8.1903. La sua biografia è nel Fondo Gruppo di Studio sulla Resistenza – fasc. 15 docc. da n. 787 a n. 790. Dopo la militanza nella Federazione giovanile socialista, aderisce nel 1921 al Partito comunista, condannato a dodici anni di reclusione per cospirazione, riorganizzazione del partito comunista, propaganda sovversiva, con pena inflitta (sentenza 130 del 10 novembre 1928) dal Tribunale speciale. Viene rinchiuso nel carcere di Civitavecchia e poi destinato al confino di Ventotene. Seguono gli anni da vigilato speciale, con diecine e diecine di arresti, sino al passaggio in clandestinità nel 1942. Dal luglio 1942 opera, su incarico del Pci, a Milano per stabilire contatti diretti con quasi tutte le fabbriche milanesi, di Sesto San Giovanni e di Monza (in proposito v. 687, 693,694 e docc.791-794) e per organizzarvi gli scioperi del marzo 1943, dopo aver ripristinato una stamperia in grado di riprodurre in migliaia di copie l'Unità clandestina. Un nuovo arresto nell'aprile del '43, i pestaggi e le torture a San Vittore, le due condanne a morte cui Gaeta è sfuggito per la caduta del fascismo, avvenimento che non significa, però, per lui, la fine della lotta. Ecco, infatti, che, nelle file della resistenza piemontese, Gaeta organizza il movimento partigiano come ispettore del Comando delle "Garibaldi". Ed ancora un arresto e una condanna a morte a Mantova, dove si salva grazie all'insurrezione partigiana. E infine, nell'Italia finalmente democratica, il lavoro nel PCI a Cremona, Frosinone, Bergamo, e nella sua Asti, dove svolge diverse esperienze d'amministratore pubblico. ( Da https://www.anpi.it/biografia/giuseppe-gaeta)

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 -Fasc. 15 (da n. 577 n. 786) “Storia di un operaio comunista” – biografia fasc. 15 doc. da n.787 a 790.

Galimberti Ettore

Galimberti Ettore - Nato l’1.6.1913 a Monza. Operaio specializzato gruista presso la Falck Vittoria, alla fine del 1943 è arrestato dalla GNR, portato alla Villa Reale, torturato dal capitano Gatti perché sospettato di fornire armi ai Gap. Arrestato il 12.3.1944 a casa, di notte. Detenuto in Italia a San Vittore – braccio tedesco e poi alla Caserma Umberto I - dal 13.3.1944. Deportato a Mauthausen il 17.3.1944-20.3.1944, poi trasferito a Gusen il successivo 24 marzo.

Fonti: 1, 6, 8 -Ar.-II, IIa, III, IV, X. Bibliografia: Barbiano di Belgioioso, 1996, pp. 67, 69, 70; Barbiano di Belgiojoso, 1999,pp. 85, 86, 87; D’Amico, 1960, p. 70; Signorelli 1995, pp. 19 e sgg. (da G. Valota – Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Di lui parla Giuseppe Redaelli (partigiano appartenente alla 150ª Brigata Garibaldi) riferendo di una operazione di trasporto notturno di armi nella zona di Caponago durante la lotta di liberazione: “Con me era un valoroso compagno monzese di nome Galimberti Ettore, che lavorava a Sesto San Giovanni, attivo gappista che aveva provveduto a realizzare quel collegamento. Qualche mese dopo veniva arrestato dai tedeschi ed internato a Mauthausen. Riuscirà a scampare all’annientamento di quel triste campo di concentramento e rientrare a guerra finita a Monza minato nel fisico e nella salute.”

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza Fasc. 12 (454-461) testimonianza di Giuseppe Redaelli (doc. pag. 5 doc 458).

Gargantini Vittoria

Gargantini Vittoria - Nata a Milano il 7.3.1921 . Lavorava alla Breda, II Sezione Veicoli, come operaia saldatrice. Arrestata il 12.3.1944 a casa di conoscenti, di notte, a Milano." Quelli che erano sul camion, quando ci hanno portato via, eravamo quasi tutti quelli che manifestavano il 25 luglio…. i nostri nomi li avevano dati i capi , i direttori, su spinta dei fascisti a loro volta spinti dai tedeschi". Detenuta a San Fedele, San Vittore e alla Caserma Umberto I. Trasportata il 5.4.1944 . 8.4.1944 a Mauthausen (n.i.) - carcere centrale, Vienna - Birchenau (A).(78990) - 29.10.1944 Ravensbruck (80605) - Wittenberg/Araldo (S).

Fonti: Ar.-CRI, Doc. Au, Foto Tt. wx deportata. I, II, V, X.

(da G. Valota – Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Testimonianza registrata nel 1995 da G. Valota – .Streikertransporter, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943.1945 - Guerini ISEC Pag. 130.

Garbellini Giordano

Garbellini Giordano - Operaio comunista viene aggredito a Sesto San Giovanni nel 1926 e ridotto in fin di vita. Morirà all’Ospedale di Desio.

Fondo di provenienza:

(Sesto San Giovanni nella Resistenza - Comune di Sesto San Giovanni - Anni Settanta - pag. 7)

Gerosa Ines

Gerosa Ines -Nata a Muggiò il 8.3.1925, residente a Cinisello Balsamo. Lavorava alla Breda, V Sezione . Arrestata il 14.3.1944 a casa, di notte. Detenuta nel Carcere di Monza, a San Vittore e alla Caserma Umberto I. Trasportata il 5.4.1944 . 8.4.1944 a Mauthausen (n.i.) - carcere centrale, Vienna 2.5.1944- Birchenau (A).(81294) - 24.10.1944 Chemnitz (F).

Da"Le pietre raccontano" - Comune di Cinsiello Balsamo.

Fonti: 1 -Ar.Doc. Au. Foto, Tt ex deportata -II, III, V, X

(da G. Valota – Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Testimonianza registrata nel 2001 da G. Valota – .Streikertransporter, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943.1945. Pag. 148- Guerini -ISEC.

Fondo Breda – Scheda personale

https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article527

Giorgeschi Alberto

Giorgeschi Alberto - Nato nel 1921, combatte nel Corpo Volontari della Libertà – Formazione Tricolore “Perseo”.

Fondo di provenienza:

Fondo CLN Sesto San Giovanni (documento n. 2576)

Gobbi Ettore

Gobbi Ettore - Nato a Cesena nel 1905, lavora alla Breda come disegnatore tecnico dal 1929 al 1969. Residente a Milano, perseguitato dal regime fascista, prepara gli scioperi del 1943; arrestato e inviato in un campo di lavoro in Germania. Trasportato in Germania il giorno 11.7.1944 per servizio lavoro, il 20.7.1944 c/o “Phrix-Werke”, Wittenberge (Neu) – Phrix lager II, Wittenberge (arrestato a Wittenberge il 19.1.1945).

Bibliografia: Alasia, 1976, pp. 112-113; Borgomaneri, 1995, pp. 159, 212; Mascetti,1990, pp. 101 e sgg.; Vignati, 1988, pp. 26n., 40n ., 41, 43n., 49n., 106n. (da G. Valota – Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945. Guerini - ISEC).

Così Angelo Pampuri racconta l' arresto di Gobbi avvenuto all'interno della Breda il giorno 8 o 9 maggio 1944: “Anche oggi la polizia ha avuto la sua preda nella I sezione. Ha catturato il compagno Gobbi, impiegato tecnico. Il sistema di allarme che funziona abbastanza bene per l’officina, è assolutamente inefficace per gli uffici prossimi alla Direzione. La vicinanza dei “camerati” dirigenti ha il suo influsso nefasto. Gli scagnozzi repubblichini, sono stati indirizzati direttamente al tavolo di disegno di Gobbi, e i fascisti hanno avuto il loro uomo senza che gli impiegati vicini se ne accorgessero”.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.B. n. 1 - fasc. n. 9 doc. 249-250-

Altre testimonianze di Ettore Gobbi sono riportate nella sezione "Sesto San Giovanni tra le due guerre" - anni 1926- 1943.

Lacerra Felice

Lacerra Felice - Nato a Sesto San Giovanni il 22.8.1927 dove risiede e lavora come apprendista alla Breda V Sezione. Viene arrestato l’11.2.1944 in fabbrica in seguito all’attentato del 10.2.1944 alla Casa del Fascio di Sesto San Giovanni. Detenuto in carcere a Monza e poi trasferito a San Vittore, quindi dal 27.4.1944 a Fossoli dove viene fucilato il 12.7.1944.

Fonti: 1, 10, 13. Foto, Tt.madre, sorella, U. Diegoli, C. Talamucci -II, IIc., III, V, XII.

Bibliografia: Borgomaneri, 1995, pp. 52-53- 54; Vignati, 1988, p. 45.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945,Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Fondo ANPI Sesto busta n.2 fasc. n.11 doc. 148

Levi Gilberto e Giovanni Valsecchi

Gilberto Levi, nato a Mantova nel 1909 da famiglia israelita, era operaio specializzato alla Falck Unione. Militante nel partito socialista, era attivo nel movimento clandestino antifascista di Sesto San Giovanni a fianco di Domenico Fiorani, poi fucilato a piazzale Loreto. In particolare  Levi lavorava alla costituzione del CLN clandestino della Falck ed era anche impegnato nell’attività partigiana delle  brigate Matteotti. Arrestato nel luglio del 1944, fu torturato e trasferito nelle carceri di Monza. ll 23 settembre prelevato dai militi repubblicani, insieme a Giovanni Valsecchi  fu portato al Rondò e qui fucilato senza processo.    (da Fabio Cereda e Giorgio De Vecchi, Sesto San Giovanni 1943-1945. Scenari della liberazione, Giorgio Tarantola Editore, 2015 pag. n 99).

Fondo di provenienza:

Fabio Cereda e Giorgio De Vecchi, Sesto San Giovanni 1943-1945. Scenari della liberazione, Giorgio Tarantola Editore, 2015

Levrino Michele

Levrino Michele - Nato l’8.9.1880 a Cumiana (TO), residente a Sesto San Giovanni, lavora alla Breda IV sezione Siderurgica. Nel 1911 licenziato per rappresaglia dalle Ferriere Piemontesi di Villa d’Ossola. Durante la I Guerra Mondiale è arrestato per attività socialista e inviato al fronte. Arrestato il 5.3.1944 in casa, di giorno, e portato in carcere a San Vittore, trasferito il 27.4.1944 a Fossoli campo. Fucilato il 12.7.1944.

Fonti: 1, 10, 13- Foto Tt, foglio - figlio – II -III, V, XII.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini -ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.Fasc 9 doc. 275

Fondo ANPI Sesto busta n.2 fasc. n.11 doc. 149

Longoni Angelo

Longoni Angelo - Nato il 29.7.1887, componente delle SAP Breda. Deceduto per ferita da arma da fuoco in seguito a conflitto verificatosi il 25.4.1945 all’interno degli stabilimenti Breda.

Fondo di provenienza:

Fondo CLN Sesto San Giovanni b. 3 fasc. 3 (doc. n. 2988).

Mandelli Ernesto

Mandelli Ernesto - Nato a Sesto San Giovanni il 19.5.1928, ricercato dai tedeschi a 16 anni in Valsesia dove è ospite in un collegio, riesce a respingere le accuse e partecipa alla lotta di liberazione nel Comasco. La sua biografia è inserita nel documento Fondo Gruppo Studio Resistenza B. N. 1 Fasc 8 (236-244).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.Fasc 8 Fasc 8 (236-244 - estratto).

don Mapelli Enrico

don Mapelli Enrico - Già a partire dal 1932, la Parrocchia di Santo Stefano a Sesto San Giovanni si mostra particolarmente attiva – seppure, come ovvio, in forma clandestina – sul fronte dell’antifascismo. Spesso in quei periodi avvenivano riunioni per l’ascolto delle conferenze, quasi sempre tenute da Piero Malvestiti, esponente della formazione cattolica clandestina detta “Movimento neo-guelfo”, nata a Milano intorno alla fine degli anni ’20, che annoverava tra le sue file anche l’industriale Enrico Falck. Il Prevosto don Enrico Mapelli non solo appoggia, ma favorisce tale attività, organizzando in prima persona le conferenze e mantenendo i contatti con antifascisti aderenti all’ex Partito Popolare. Nell’oratorio maschile, inaugurato nel 1938 nella Chiesa di Santo Stefano, don Mapelli funge da organizzatore e animatore della Resistenza. La sua casa è un centro di collegamento del CLN locale, dei comitati d’agitazione e della formazione militare della 25ª Brigata del Popolo. Don Mapelli fa del teatro parrocchiale la sede del Comando della Brigata, un nascondiglio di armi e partigiani, un punto di diffusione della stampa clandestina e di carte d’identità false per ottenere l’espatrio dei ricercati. Don Mapelli nel CLN ha anche la funzione di tesoriere. La vigilia del 25 aprile, prevedendo le probabili conseguenze dell’insurrezione, decide di istituire un ospedale provvisorio, mettendo a disposizione l’asilo Petazzi; le suore vengono destinate al ruolo di infermiere, e lì, nell’oratorio, vengono prestate le prime cure, come fosse un ospedale da campo, prima di essere destinati o a casa o negli ospedali. Era il Centro di raccolta ex internati “l’ospedale San Clemente”, diretto dal dr. Fabio Viviani. Il Centro è fondato il 30.4.1945. L’ANED è in possesso di elenchi di ricoverandi e ricoverati, deportati civili e internati militari. Organizza anche il trasporto di ritorno dei deportati da Bolzano a Sesto, affiancandosi agli altri camion aziendali delle grandi fabbriche sestesi, facenti lo stesso servizio. A Don Mapelli furono riservati grandi funerali di riconoscenza il 22.4.1948. (Da https://it.wikisource.org/wiki/Le_lapidi_di_Sesto_San_Giovanni “le lapidi di Sesto San Giovanni”).

Ulteriori informazioni su Don Enrico Mapelli possono essere trovate nella sezione "Sesto San Giovanni tra le due guerre" - anno 1937 documento n. 5 e anno 1944 documenti n. 8 e n. 33, oltre che nella memoria di Bossi Isidoro in questa sezione.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.Fasc 8 (236-244 integrale).

Marucchi Rina

Marucchi Rina - Durante la Guerra di Spagna svolgeva le funzioni di corriere con la Centrale del Partito Comunista e "sapeva poi far mettere in pratica al cento per cento, le direttive ricevute, come per esempio il lavoro per la raccolta delle fedi d'oro, indumenti, somme di denato pro combattenti rossi." ( da Relazione sul movimento clandestino a Sesto San Giovanni 1926-1945 - Fondo Gruppo Studio Resistenza b. n.1 fasc. n. 10 doc. n. da 297 a n. 341 doc. n. 309 pag. n. 11).

Fondo di provenienza:

Relazione sul movimento clandestino a Sesto San Giovanni 1926-1945 - Fondo Gruppo Studio Resistenza b. n.1 fasc. n. 10 doc. n. da 297 a n. 341 doc. n. 309.

Mascetti Eugenio

Mascetti Eugenio - Nato a Como il 19.9.1906, si trasferisce a Sesto San Giovanni nel 1921. Arrestato, condannato e incarcerato, organizza gli scioperi del ‘43 e del ‘44 alla Breda e, dopo l’8.9.1943, diviene commissario della Divisione Garibaldi Bassa Brianza, guidando personalmente diversi attacchi. Per una biografia più completa, si rinvia alla documentazione qui riportata.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza. Fasc.n 9 doc. n. 255 (biografia ) + n.13 (docc. 541-545 )

Fondo Mascetti fasc. 1 (da 897-912 e 952)

Fondo Breda – Scheda personale

Meani Carlo

Meani Carlo - Nato a Cinisello il 18 luglio 1904, antifascista e perseguitato politico, già dal 1920 subì fermi di polizia e arresti durante i quali venne duramente malmenato. La sua abitazione fu spesso presa di mira dagli squadristi. Conobbe per due anni il carcere e per più di sei il confino a Ponza, alle Tremiti e a Pisticci, dove rimase fino alla caduta del fascismo, lontano dal suo paese e separato dai suoi affetti. Molte furono le malattie contratte nel periodo delle persecuzioni, tali da pregiudicare per sempre il suo stato di salute. Ritornato a Cinisello Balsamo, per tutto il periodo della Repubblica Sociale Italiana, per sottrarsi a rappresaglie e arresti fu costretto a spostarsi senza tregua da un luogo a un altro. Collaborò con i partigiani della sua città. Fu molto stimato per la sua saggezza, il buon senso e la correttezza, da tutti i componenti della 119^ Brigata Garibaldi Quintino Di Vona, della quale fu vice commissario politico con il nome di battaglia Geo. Dopo la Liberazione, designato sindaco della città dal Comitato di Liberazione Nazionale, Meani si mise subito al lavoro con impegno e serietà e fu molto apprezzato per la sua modestia e il suo rigore. Pur avendo subito molte angherie, il suo fu un comportamento tollerante e corretto anche nei confronti dei fascisti arrestati. Si impegnò nell’attività politica e amministrativa, dimostrando grande moderazione e sollecitudine verso i suoi concittadini che faticosamente cercavano di ricostruirsi un futuro, all’insegna di quegli ideali che l’avevano guidato per tutta la vita. (https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/spip.php?article21457)."Riservato e nello stesso tempo appassionato nelle sue convinzioni, tollerante nei confronti degli altri, ma severo nel rispetto del proprio dovere. Una persona come lui, che si sentiva a disagio con i prepotenti, doveva trovare i fascisti, gradassi e violenti, inaccettabili, anche a prescindere dalla loto ideologia."(da P.Rulli e G,Milanese - Carlo Meani Il volto mite di un antifascista irriducibile, Centro di Documentazione Storica Comune di Cinisello Balsamo e ANPI Cinisello B. 2016 pag.10). E' stato dipendente della Breda con la qualifica di aggiustatore in diversi periodi sino al 1951 .

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Merati Ettore

Merati Ettore - Nato a Cinisello Balsamo il 23.2.1912 e residente a Sesto San Giovanni. Secondo la testimonianza della sorella, Ettore era dipendente di un’associazione di infermieri di Milano, in servizio presso la V Sezione della Breda. Fa parte dei Gap, Brigata 108ª (Daniele Martellosio), sino a quando viene arrestato il 4.3.1944 in fabbrica, di giorno, e torturato sul luogo di lavoro. La sorella Felicita riferisce che, qualche giorno dopo l’arresto, in una macelleria, sentì dire da una o più persone queste parole:“ Abbiamo picchiato l’infermiere della Breda, l’abbiamo riempito di botte; ogni volta che sveniva, gli gettavamo dell’acqua per svegliarlo. Gli abbiamo conciato i piedi che sono diventati neri” e altre cose ancora raccapriccianti. Detenuto a San Vittore, poi trasferito il 27.4.1944 a Fossoli e poi il 22.7.1944 a Bolzano. Dal 4 al 7.8.1944 è trasferito a Mauthausen (matr. 82435) e dal 13.8.1944 a Gusen (M), dove muore il 22.4.1945.

A causa della deportazione del padre e del fratello, la sorella racconta che “durante i due ultimi anni di guerra io e mia madre abbiamo fatto una vita grama: avevo perso il lavoro perché la ditta in cui lavoravo era stata bombardata e la mamma aveva solo un piccolo sussidio. Eravamo aiutate dal Soccorso Rosso, che ci mandava del cibo, anche di giorno, attraverso qualcuno in bicicletta”. https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/IMG/pdf/test_sorella_merati.pdf

Fonti: 1, 2, 6, 7, 8, 13, 16. Ar., Foto, Tt. sorella -I - II, III, X, XII.

Bibliografia: Gasparotto, 2007, p. 27 e n.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC e da https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/IMG/pdf/test_sorella_merati.pdf).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda - scheda personale di Merati Ettore

Fondo ANPI Sesto busta n. 2 fasc.n.12 - Foto di Ettore e Giuseppe Merati

Fondo Breda – Scheda personale di Merati Felicita

Merati Giuseppe

Merati Giuseppe - Nato a Sesto San Giovanni il 27.5.1885 e ivi residente. Pensionato guardiano di biciclette presso l’INAM di Sesto. Padre di Ettore, è arrestato il 4.3.1944 a casa (secondo la figlia, Giuseppe era stato accusato da un sestese di aver cantato Bandiera Rossa ). Detenuto a San Vittore, poi trasferito il 27.4.1944 a Fossoli e poi il 22.7.1944 a Bolzano. Dal 4 al 7.8.1944 viene trasferito a Mauthausen (mart. 82436) e poi ad Hartheim (M), dove muore il 16.12.1944.

Fonti: 1, 7, 8, 16. Ar.,Foto, Tt. figlia -I - II, III, XII.

Bibliografia: Gasparotto, 2007, p. 27 e n.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945,Guerini - ISEC e da https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/IMG/pdf/test_sorella_merati.pdf).

Fondo di provenienza:

Fondo CLN Sesto San Giovanni – b. 3 fasc. 3 (doc. n. 2624)

Migliorini Luciano

Migliorini Luciano - Operaio della Falck Unione, militante del Pci clandestino dagli anni Trenta, già arrestato e incarcerato per gli scioperi del marzo 1943. Luciano Migliorini e Pantaleo De Candia "furono brutalmente interrogati e alle 21,30 vennero fucilati e i cadaveri abbandonati sul selciato davanti al 'Tripoli'. Solo l’intervento del Parroco Don Carmelo consentiva di trasferire i corpi dei caduti nelle loro case. Nel bellissimo libro “Gli occhi della memoria” del 2004, nel quale sono raccolti i temi del concorso per gli studenti di Sesto San Giovanni che ogni anno Annunziata Cesani prepara (…..) si parla di Luciano Migliorini. “Era un omone grande, guardingo, silenzioso. Era uno degli organizzatori dello sciopero, uno degli operai più politicizzati”. Dopo la fucilazione dei due operai sestesi, la Muti saccheggiava il locale e l’abitazione della proprietaria rubando 200 Kg di sale, alimentari, zucchero, liquori apparecchi radio. Anche le abitazioni di Migliorini e De Candia venivano perquisite, anche qui gli squadristi come al solito rubarono danaro, alimentari sigarette e una radio. Più tardi si seppe che uno sconosciuto, un provocatore, aveva consegnato a casa di De Candia, lui assente, un pacco contenente probabilmente un mitra smontato, o un suo pezzo di ricambio. Di qui il suo arresto e quello del compagno di lotta Luciano Migliorini. A quest'ultimo venne intitolata la 184ª Brigata Garibaldi SAP che aveva base operativa negli stabilimenti Falck. La Brigata, sorta sulla base dei preesistenti gruppi gappisti, si articolò in 7 distaccamenti che al momento della Liberazione comprendevano complessivamente 335 uomini.” (da https://www.anpi.it/quei-due-operai-antifascisti-fucilati-dalla-muti-che-avevano-organizzato-gli-scioperi-dei-43-alla) E' possibile consultare una lettera anonima sulle circostanze della morte di Luciano Migliorini.

https://www.anpi.it/quei-due-operai-antifascisti-fucilati-dalla-muti-che-avevano-organizzato-gli-scioperi-dei-43-alla

Fondo di provenienza:

Montanari Giovanni Battista

Montanari Giovanni Battista - Segretario della Camera del Lavoro di Sesto San Giovanni dal 1919 al 1922, venne arrestato nel luglio del 1922 dopo uno sciopero. Fu perseguitato dai fascisti e più volte bastonato. Morì nel 1928 per le conseguenze delle gravi percosse subite. I suoi funerali si trasformarono in una manifestazione antifascista: "Altro fatto di importanza collettiva furono i funerali nel 1928 di Montanari Segretario della Camera del Lavoro che riuscirono imponenti e coronati da una riuscita orazione del compagno Ceretti.” (da Fondo Gruppo Studio Resistenza “relazione sul movimento clandestino a Sesto SG dal 1926 al 1945” Fasc. 10 doc. n. 297-341, doc. n. 304 pag. n.6),

Fondo di provenienza:

Sesto San Giovanni nella Resistenza - Comune di Sesto San Giovanni

Fondo ANPI Sesto busta n. 2 fasc.n.11 doc.n.182

Relazione sul movimento clandestino a Sesto San Giovanni - Fondo Gruppo Studio Resistenza b. n.1 fasc. n. 10 doc. n. da 297 a n. 341 doc. n. 304.

Morganti Luciano

Morganti Luciano - Nato il 17.7.1897 a Villadossola (No). Residente a Sesto San Giovanni. Lavorava come operaio alla Breda IV Sez. Siderurgica. Dal 1936 al 12.5.1944 sono stati chiusi quattro volte dalla P.S. i locali pubblici (Polo Nord e Carducci) gestiti dai coniugi Morganti che ospitavano riunioni degli antifascisti clandestini. Arrestato il 3.3.1944 di giorno nel suo bar, a seguito degli scioperi del 1 marzo 1944. Condotto in carcere di San Vittore, partito il 4.3.1944 e giunto, dopo una sosta di circa dieci giorni a Reichenau (Innsbruck), a Mauthausen. Matr. 57602. Trasferito il 9.4.1944 a Ebensee. Qui deceduto il 15.11.1944. Dalle parole dell'ex deportato di Prato Franco Franchi (da pag. n.4 del documento allegato il ricordo degli ultimi giorni di vita di Luciano ed un affettuoso ricordo di come egli fosse benvoluto dagli altri compagni di prigionia). “In particolare cito il decesso di un mio carissimo amico: Morganti Luciano di Sesto S. Giovanni. Spesso alla sera andavo a trovarlo al blocco n. 17. Una sera lo vidi camminare perdendo sangue dalla testa, barcollava.   … gli chiesi più volte cosa gli era successo e chi lo aveva picchiato ma non volle rispondermi. Conoscevo il suo carattere, quando era maltrattato si chiudeva in se stesso e non parlava più. Avvisai il capo blocco e questi resosi conto che il caso era grave lo fece ricoverare in infermeria. Pochi giorni dopo mi fu detto da alcuni deportati di Sesto S. Giovanni che il Morganti era morto. (…) Il compagno Morganti era molto ben visto da tutti nel campo perché faceva parte del gruppo d'informazioni. Da lui sapevamo le sconfitte dei nazi fascisti e queste buone notizie ci rialzavano il morale. Si parlava delle nostre famiglie e si faceva dei progetti per il nostro rientro in patria.”

Fonti: 1,4, 7, 8, 12 Ar. CRIt, Diario ex deportato F. Franchi, Foto, Tt. figlio -I, III, IVa, V,X, XII.

Biografia: Alasia,1984, p. 204; Borgomaneri, 1995. p 212. Sesto San Giovanni (Mi) nella Resistenza, 1975, p.20, Mascetti, 1990, pp.25, ssg, Vignati, 1988, pp.30 sgg.

(da G. Valota – Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC ).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale.

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n.1 fasc. n. 9 doc. n. 273.

Fondo Gruppo Studio Resistenza B.n. 1 fasc. n. 14 doc. 560 - 563

Fondo ANPI Sesto busta n. 2 fasc. n. 12

Mosca Silvio

Mosca Silvio - Nato il 11.8.1912 a Sesto San Giovanni, ove era residente. Lavorava come fresatore alla Falck Vittoria. Arrestato il 28.3.1944 a casa, di notte. Detenuto in carcere a San Fedele, San Vittore e presso la Caserma Umberto I. Partito il 5.4.1944 -8.4.1944 per Mauthausen (Matr. 61701), poi trasferito il a Gusen. Qui deceduto il 5.4.1944.

Fonti: 1,6, 7, 8 r. Foto, Tt. sorella -II, III, IVb, V,X, XII.

(da G. Valota – Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Anpi Sesto Bust n. 2 fasc. n. 11 doc. n. 152

Mosconi Osvaldo

Mosconi Osvaldo - Nato a Sesto San Giovanni il 24.10.1914, ivi residente, meccanico alla Breda I Sezione. Vice comandante della 49ª Brigata Matteotti SAP “De Zorzi”, è arrestato il 17.1.1945 a casa, di notte, per attività antistatale e sovversiva; portato a San Vittore il 22.2.1945 e poi a Bolzano dal 16.4.1945 (10878 Galli). Fonti: 5, 16 -Ar., M. Finetti, “La nostra prigionia dal 21/1 al 30/4/1945” – IIa.

Biografia: Alasia,1976, p. 113.

Fondo Breda – Scheda personale.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale.

Nesti Corinna

Corinna Nesti in Morganti.
Cresciuta alla scuola dei siderurgici toscani, il 21 luglio 1921 fu inviata come delegata al I congresso del Partito comunista d’Italia. L’anno seguente trovò lavoro come operaia nelle Fonderie di Villadossola (Verbano Cusio Ossola), dove conobbe l’attivista politico Luciano Morganti. Insieme, nel 1922, decisero di trasferirsi a Sesto San Giovanni (Milano), dove si sposarono nel 1923. Qui, nel 1926, Corinna assunse la gestione e divenne la titolare del caffè-trattoria “Polo Nord”, con annessa pensione, che da subito divenne un punto di ritrovo degli antifascisti e sede di una cellula clandestina comunista. Negli anni successivi, a causa delle continue retate fasciste alla ricerca di materiale di propaganda sovversiva e degli arresti “per riunione sediziosa”, i coniugi Nesti-Morganti lasciarono il “Polo Nord” e nel 1931 acquistarono faticosamente il “Caffè trattoria Carducci”, dove proseguirono il lavoro di proselitismo politico. Il locale, luogo di ritrovo di comunisti e antifascisti di varia provenienza politica, come copertura ospitava anche associazioni sportive e ricreative, fra le quali la Pro Sesto, l’Associazione Alpini, ed un circolo di reduci della Dalmazia, alle quali i militanti politici partecipavano attivamente per mascherare l’attività clandestina e le riunioni politiche. Il locale fu chiuso almeno sei volte dalle autorità fasciste e il primo ordine di chiusura avvenne nel 1936, in occasione della visita di Mussolini in città; ma ogni volta, Corinna faceva ricorso e il locale dopo qualche tempo riapriva. Nello stesso locale, il 3 marzo 1944 suo marito venne arrestato e deportato. Luciano Morganti morì il 15 novembre del 1944 nel sottocampo di Ebensee (Austria), ma Corinna ebbe la comunicazione ufficiale della sua morte solo nel 1947.
Nel secondo dopoguerra Corinna fu una dirigente dell’Unione donne italiane – UDI , Maggiori informazioni sui caffè trattoria "Polo Nord" e "Carducci" nella sezione "Sesto San Giovanni tra le due guerre" rispettivamente negli anni 1931 e 1944.

(da Fondazione Istituto per la storia dell’età contemporanea – ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Nesti Morganti - Decreto di chiusura del caffè - trattoria "Carducci" del 24 giugno 1936.

Oldrini Abramo

Oldrini Abramo - Nato il 4.2.1911 a Castelletto Ticino (No) e residente a Sesto San Giovanni. Capo squadra tornitore alla Breda I Sezione, in fabbrica Oldrini viene a contatto con l’antifascismo, entrando a far parte del Pci e contribuendo all’organizzazione dei grandi scioperi del ’43. Partigiano, è arrestato il 21.1.1945 a casa, all’alba, per attività antistatale e sovversiva. Detenuto nel Gruppo Rionale Baracca – Gruppo Rionale Mussolini, poi dall’8.2.1945 a San Vittore e dal 14.2.1945 a Bolzano (9673K). Toccante il ricordo di Oldrini nel “piccolo diario” di Mario Finetti dedicato ai compagni Oldrini, Pino e Pirovano, amici di sventura e di prigione, quando ricorda l’incontro in carcere il 27 gennaio 1945: “In cerca di una branda per il mio pagliericcio ho potuto scambiare qualche parola con OLDRINI! Caro compagno delle migliori ore di cospirazione, l’ho trovato un po' sciupato, però sempre viva la fiamma degli occhi che è la fiaccola della fede”. È stato Sindaco di Sesto S. Giovanni dal 1946 al 1962.

Fonti: 5, 13, 16 -Ar., Foto, M. Finetti, diario ”La nostra prigionia dal 21/1 al 30/4/1945“– IIa, IIB, XII.

Bibliografia: Borgomaneri, 1995, p. 159; Mascetti, 1990, pp.51 e sgg.; Vignati, 1988, pp. 22, 59, 60-61,102, 112n., 113n., 131-132.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.Fasc. 6 (182-201).

Fondo Breda – Scheda personale

Pampuri Angelo

Pampuri Angelo - Nato a Milano il 2.11.1899, dopo una breve militanza nelle file del movimento socialista, nel 1921 aderisce alla Gioventù comunista. Inizia a lavorare come straccivendolo e rigattiere; mentre nel 1924 è assunto alla Caproni di Taliedo (un quartiere di Milano), dove diventa anche segretario della cellula clandestina “Gadda” del Partito comunista e responsabile del “Soccorso rosso”. Nel 1925, a Milano, rimane ferito in uno scontro con un fascista. Ammonito nel 1927, entra in latitanza, ma viene fermato e arrestato. Nell’ottobre del 1928 è condannato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato a sette anni e sei mesi “per appartenenza al Pcd’I e propaganda comunista”. Nel 1932 è amnistiato. Per qualche anno trova impiego presso la delegazione commerciale dell’Unione Sovietica di Milano; mentre nel 1936, ancora sorvegliato, riprende contatti stabili con l’organizzazione comunista clandestina milanese, ma viene nuovamente arrestato e ammonito. Nel 1939 inizia a lavorare alla I Sezione Breda come operaio saldatore. Licenziato nel 1940, viene imprigionato come “antifascista schedato” nel campo di concentramento di Istonio Marina (Chieti). Nel gennaio del 1941, con il dirigente comunista Mauro Venegoni, organizza una rivolta che gli costa il confino: prima alle isole Tremiti, poi ad Atessa (Chieti) e infine a Roccaspinalveti (Abruzzo). Liberato l’1.9.1943, riprende a lavorare alla Breda come saldatore qualificato. Nel contempo prosegue l’attività politica clandestina. Dopo la Liberazione aderisce al Partito socialista italiano di unità proletaria – PSIUP e partecipa alle lotte contro il ridimensionamento del personale della Breda, all’interno della quale dirige la Sezione di fabbrica del Partito. Nel 1951 viene licenziato dall’azienda, insieme a centinaia di altri lavoratori; ma la sua attività politica e sindacale prosegue in altri ambiti.

(da Fondazione Istituto per la storia dell’età contemporanea – ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza. Fasc. n. 1 doc. da n. 1 a 80. biografia.

Fondo Breda - scheda personale

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc.n.449-450 -

1927 - documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc.n. 451-454

1929 - documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc. n. 455 -

1932 - documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc. n.468 -

1936 - documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc. n. 476

1935 - documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc.n.493-497-

1937- documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc n. 498-503 -

1938- documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc.n.504-508 -

1939- documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc. n. 509-514 -

1940- documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc n. 515-518 -

1942- documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc. n. 519 -

1943- documenti giudiziari e amministrativi della persecuzione politica

Fondo Vignati -B. n. 1 Fasc.n.5 doc. n. 520

Pagliai Leone

Pagliai Leone - Nato il 22.8.1900 in Toscana, a dieci anni si trasferisce con la famiglia a Sesto San Giovanni, dove svolge la sua attività di oppositore al fascismo e di dipendente della Magneti Marelli. Partecipa alla costituzione delle SAP alla Magneti Marelli e prende parte alla lotta di liberazione.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza Fasc 9 (522-biografia)

Passoni Francesco

Passoni Francesco - Monzese. Operaio della Breda.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza Fasc. 12 (514-517)

Pellieri Giacinto

Pellieri Giacinto - Nato a Sesto San Giovanni il 2.11.1917, tornitore alla Breda I Sezione, è arrestato il 14.3.1944 nella casa in cui vive a Sesto, di notte. Trasferito in detenzione a San Fedele, poi a San Vittore e nella caserma Umberto I. Deportato tra il 17 e il 20.3.1944 a Mauthausen (matr. n. 59045), poi a Gusen (M) il 24.3.1944, quindi a Mauthausen – Gusen il 26.4.1944, il 29.11.1944 a Mauthausen, l’1-2.12.1944 ad Auschwitz (matr. n. 202084), il 29.1.1945 a Mauthausen (matr. 124154), il 19.3.1945 al Revier Mauthausen, il 25.3.1945 a Wels (M). Dopo l’evacuazione del campo fugge dai vagoni bestiame aperti. Il 12.4.1945, dopo vari giorni alla macchia, è raccolto dalle truppe americane.

Fonti: 1, 8 – Ar. Foto; Tt. del deportato – I, II, IV, V, XII.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Pelucchi Pierino (“Aldo”)

Pelucchi Pierino (“Aldo”) - Nato a Sesto San Giovanni il 6.8.1923, comandante del I distaccamento del Fronte della Gioventù di Sesto facente parte della 184ª brigata Garibaldi Sap “Luciano Migliorini”. Da Fabio Cereda e Giorgio De Vecchi, Sesto San Giovanni 1943-1945. Scenari della liberazione, Giorgio Tarantola Editore, 2015 pag. n 98: “Pierino Pelucchi … apparteneva infatti, col nome di battaglia di Aldo, alle Squadre di punta della 184a Brigata Garibaldi SAP che aveva base operativa negli stabilimenti Falck e che era stata appunto intitolata a Luciano Migliorini. Come comandante della formazione del Fronte della Gioventù di Sesto San Giovanni aveva partecipato a molti lanci di volantini, al disarmo di militi fascisti, riuscendo in uno scontro a fuoco a uccidere un ufficiale tedesco in località Restellone di Sesto San Giovanni." Secondo un documento pubblicato sul sito https://anpimilano.com/wp- content/uploads/2020/01/pelucchi-pierino.pdf (firmato a Sesto San Giovanni il 25.7.1945 dal Comandante della 148ª). il gappista Pierino Pelucchi “ha fatto parte della Brigata dall'inizio della sua formazione quale aderente alla Squadra Volante ha partecipato a tutte le migliori azioni della Brigata (quali disarmi - lancio manifestini - comizi di propaganda - ecc. ecc.) testimoni di quanto sopra il Comandante della 184ª Brigata ‘Luciano Migliorini’, Consonni Antonio (Zeta) ed il Commissario Boracchi Marco (Carlo) della stessa, si dichiara che la morte gloriosa incontrata dal Sapista Pelucchi Pierino […] dipendente delle Acciaierie e ferriere lombarde Falck fu dovuta in seguito all'azione concernente un comizio tenuto al Refettorio Operai della Ditta MARELLI in Sesto S. Giovanni il giorno 10 Aprile 1945 le ore 12. Finito il comizio il Pelucchi riconosciuto fu inseguito dalla sopraggiunta Guardia Repubblicana, rifugiatosi in un locale di un caseggiato, nel quale si era creduto al sicuro, scoperto fece fronte con le armi in pugno fino all’ultimo colpo, dopo di che sopraffatto dal numero fu ucciso barbaramente”.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.Fasc. 8 (220-221)

Fondo ANPI Sesto busta n. 2 fasc. n. 12

Fondo ANPI Sesto busta n.2 fasc. n.11 doc. 158

Picardi Eliseo (Kelios)

Picardi Eliseo (Kelios) - Nato a San Giovanni Valdarno (AR) in data 8.8.1920, fratello di Licinio. Residente a Sesto San Giovanni, lavora alla Falck Unione come operaio. Arrestato il 16.11.1943 a Bratto della Presolana per attività politica clandestina. In carcere a Clusone (BG), a Monza (MI) e a San Vittore, partito da Milano il 4.3.1944 e giunto il 13.3.1944 a Innsbruck (Reichenau) e poi a Mauthausen (matr. 57614). Trasferito a Ebensee il 9.4.1944 dove muore il 29.3.1945.

Fonti: 1, 2, 4, 7, 8, 13 – AISRMO Sezione II. Piccoli Fondi b. 8, fasc. 1. Ar. Foto – I, XII.

Bibliografia: Alasia, 1984, pp. 203-204 e sgg.; Borgomaneri, 1995, pp. 21, 24; Camerani, 1987, p. 66; Mascetti,1990, p. 44.; Vignati, 1990, pp. 44 e sgg.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza Fasc. 9 (266)

Fondo ANPI Sesto busta n. 2 fasc.n.12 - Foto

Picardi Licinio

Picardi Licinio - Nato a San Giovanni Valdarno (AR) il giorno 8.1.1918, fratello di Eliseo. Residente a Sesto San Giovanni, lavora alla Falck Concordia come impiegato. Arrestato il 16.11.1943 a Bratto della Presolana (BG) con il fratello Eliseo (Kelios), viene internato nel carcere di Clusone (BG). Passa in seguito alle carceri di Monza (MI) e di San Vittore. Partito da Milano il 4.3.1944 e giunto il successivo 13.3 a Innsbruck (Reichenau) e poi a Mauthausen (matr. 57615). Trasferito il 9.4.1944 a Ebensee. Deceduto il 9.4.1946 nel sanatorio di Cuasso al Monte (VA).

Fonti: 1, 4, 8, 13 - Ar. Foto – IV, XII.

Bibliografia: Alasia, 1984, pp. 203 e sgg.; Borgomaneri, 1995, pp. 21, 24; Camerani, 1987, p. 66; De Martino, 1955, pp. 51-52-53; Mascetti,1990, p. 44.; Vignati, 1990, pp. 44, 52-53.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Picolotti Costantino

Picolotti Costantino - Nato a Torino il 15.2.1915, figlio di un operaio socialista e presidente della Commissioni Interna della Fiat. Dopo le scuole professionali di avviamento al lavoro, entra in fabbrica a 16 anni alla Magneti Marelli di Sesto San Giovanni, dove la famiglia si trasferisce per evitare guai peggiori al padre, perseguitato politico. Aderisce al Pci, partecipa alla organizzazione degli scioperi e svolge attività di propaganda e di sabotaggio, partecipa in prima persona alla lotta di liberazione. Nel dopoguerra svolge attività politica e sindacale. (Da intervista rilasciata a Giuseppe Granelli).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza Fasc 13Doc. da n. 518 a n. 523.

Pitea Basilio Oscar

Pitea Basilio Oscar - Nato a Reggio Calabria il 30 dicembre 1917, diventa perito industriale, nel 1937 svolge il servizio militare come Ufficiale e nel gennaio 1942 è alle dipendenze della Ercole Marelli ove inizia la propria militanza nel PCd'I dal quale è incaricato di organizzare i primi nuclei partigiani in fabbrica e nella zona di Sesto e di assumere (con il nome di battaglia Ercole) il comando della 109esima alla Marelli. Opera nella Resistenza in stretto contatto con Casiraghi e Fogagnolo. All'inizio del 1945 è costretto alla clandestinità e partecipa direttamente alla insurrezione. (da http://peterpan.itc.cnr.it/aess_upload/aess_oriani/Item/DOC-52266.pdf).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza. Fasc. 14 546-549

Rabino Giovanni

Rabino Giovanni - Nato nel 1877 a S. Stefano Balbo, esponente del PSI Sestese e Segretario Comunale di Sesto San Giovanni, il 12 aprile 1926 venne aggredito dai fascisti in una via di Sesto. Ferito gravemente, morì due giorni dopo a 39 anni. Così è scritto nella motivazione dell'intitolazione di una strada a Giovanni Rabino, intitolazione avvenuta con deliberazione del Consiglio Comunale di Sesto San Giovanni n. 157 del 2 luglio 1947:" Segretario Comunale Giovanni Rabino : Capitano dell'esercito. Decorato di medaglia d'argento al valore militare durante la guerra mondiale 1915-18. Segretario Comunale di Sesto San Giovanni svolge un'opera fattiva a favore di reduci, invalidi, mutilati e orfani. Si può definire 'l'avvocato dei poveri'. Ha sempre difeso il diritto dei lavoratori."

Fondo di provenienza:

Rana Igino

Rana Igino - Nato a Cologna Veneta (Vr) il 25.6.1902. Perseguitato politico, arrestato nel marzo 1939 per appartenenza all’organizzazione comunista attiva a Sesto San Giovanni, è assolto dal Tribunale Speciale il 17.10.1939 per insufficienza di prove. Vigilato fino al 1943. (da https://anppia.it/antifascisti/rana-igino/)

Fondo di provenienza:

Fondo CLN Sesto San Giovanni (documento n. 2601)

Rebecchi Ruggero

Rebecchi Ruggero - Nato a Suvereto (LI) nel 1892 da una famiglia progressista, dopo aver aderito giovanissimo alla federazione socialista, il 21.1.1921 partecipa al Congresso Costitutivo del PCd’I e diviene vice Segretario della sezione di Piombino. Dopo la scarcerazione nel 1937, si trasferisce a Sesto San Giovanni e trova lavoro alla Breda. E’ tra gli organizzatori degli scioperi del 1943-44 e fra i primi ad aderire alla 108ª Brigata Garibaldi SAP.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.Fasc 9 doc. 245-246

Fondo Breda – Scheda personale

Repossi Rina, Figini Lorina C., De Ponti Isa, Carla Pescolazzi

Repossi Rina - Il documento autobiografico riporta le attività svolte nel periodo dall’1.8.1944 al 25.4.1945. In esso, Rina Repossi ricorda, in particolare, le compagne di lotta Figini Lorina Comunarda, De Ponti Isa("la prima gappista di Sesto San Giovanni"https://anpimilano.com/wp-content/uploads/2012/07/anpi-oggi-20.pdf) e Carla Pescolazzi.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.Fasc. 15 (doc. 797-799)

Romeo Isabella

Romeo Isabella - Insegnante nella scuola elementare sestese, attivista socialista, arrestata, detenuta e seviziata nel carcere di Monza.

Fondo di provenienza:

Fondo CNL Sesto San Giovanni (doc.3015)

Rusnigo Rodrigo

Rusnigo Rodrigo - Nato a Milano il 2.6.1889. Iscritto al Partito socialista, segretario della Camera del Lavoro di Sesto San Giovanni, nel 1920 diventa consigliere comunale a Sesto, carica che torna a ricoprire nel 1946, dopo aver partecipato alla lotta di liberazione.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.Fasc. 15 (795-796)

Sangiorgio Mario

Sangiorgio Mario - Nato a Sesto San Giovanni (Mi) nel 1897. Attivo dal 1916, segretario della Gioventù socialista di Niguarda, passa al Pcd’I nel 1921. Nove volte arrestato tra il 1920 e il 1926. Licenziato dal lavoro nel 1925, arrestato per ricostituzione del Pcd’I e propaganda comunista alla fine del 1927, è condannato dal Tribunale Speciale a 6 anni di reclusione che sconta a Perugia, Oneglia e Piacenza. Liberato per l’amnistia del decennale del regime nel novembre 1932. Espatriato clandestinamente nel marzo 1936, nell’ottobre si arruola nelle formazioni antifranchiste in Spagna (ufficiale della Brigata Dombrowski). Ripara in Francia nel febbraio 1939, dove viene internato a Argeles, Saint Cyprien e Gurs. Evaso, ripara in Svizzera nel 1940. Svolge intensa attività nell’ambiente dell’emigrazione italiana e rientra in Italia nel settembre 1943. Organizzatore delle formazioni partigiane nel ‘43-‘45.( da https://anppia.it/antifascisti/sangiorgio-mario). Una biografia di Mario Sangiorgio è presente anche nel testo di A. Cantaluppi "La ringhiera" in Spagna. Antifascisti milanesi nella guerra civile spagnola 1936-1939 - PGreco 2020 pagg. n. 223-226.

Fondo di provenienza:

https://www.driveisec.it/s/qBJrt6GPi2N9GbE

Santambrogio Giovanni

Santambrogio Giovanni - Nato a Sesto San Giovanni il 23.6.1915 e ivi residente. Lattoniere alla Breda V Sezione. Arrestato il 14.3.1944 a casa, di notte, trasferito in detenzione a San Fedele, poi a San Vittore e nella caserma Umberto I. Deportato il 17.3.1944 a Mauthausen (matr. n. 59125), poi a Gusen (M) il successivo 24.3.1944.

Fonti: 1, 6, 7, 8 – Ar. Foto; Tt. della sorella – I, II, III, V, XII.

Bibliografia: Signorelli, 1995, pp. 29, 44.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini -ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Fondo Anpi Sesto - Busta n. 2 fasc. n. 12 - Foto

Sardi Ferdinando

Sardi Ferdinando - Nato a Sesto San Giovanni il 6.4.1911, commerciante, ufficiale dell’esercito, durante il periodo clandestino e sino al 25.4.1945 per incarico del CLN di Sesto (di cui è componente) svolge "con moderazione, equilibrio e senso civico" le funzioni di Comandante di Piazza a tutela dell’ordine pubblici. E’ componente del Consiglio Comunale e della Giunta Comunale (come Assessore con delega alla educazione) subito dopo la Liberazione.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.Fasc. 8 (doc. n. 222)

Fondo CLN Sesto San Giovanni(doc. n. 2465 e doc. n. 255-256)

Savi Alberto (Tino)

Savi Alberto (Tino) - Nato a Sesto San Giovanni il 20.6.1924. Nel luglio del 1944 raggiunge Breno in Val Camonica, dove dapprima aderisce alla 53ª Brigata Garibaldi, poi passa alle formazioni delle Fiamme Verdi “Tito Speri”. Caduto il 27.4.1945 a Breno. Insignito di due medaglie d’argento.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza.Fasc. 8 (209-219)

Fondo ANPI Sesto busta n. 2 fasc.n.12 - Foto

Seveso

Seveso - Sestese, all’età di 9 anni inizia a lavorare in una tipografia, poi diventa operaio della Falck e quindi della Elettromeccanica. E’ al fronte durante la prima guerra mondiale e rientrato a casa partecipa attivamente alla vicende sindacali e politiche di Sesto.

Fondo di provenienza:

Sironi Giuseppe

Sironi Giuseppe - Nato a Sesto San Giovanni il 18.9.1914 e ivi residente. Pulitore nel reparto verniciatura della Breda V Sezione, arrestato il 14.3.1944 a casa, di notte, viene trasferito a San Fedele, poi a San Vittore e nella caserma Umberto I. Deportato il 17.3.1944 a Mauthausen (matr. n. 59146), poi a Gusen (M) il successivo 24.3., dove muore il 7.4.1945.

Fonti: 1, 6, 7, 8 – Ar. CrIt, Foto - I, II, V, X, XII.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Fondo ANPI Sesto busta n.2 fasc. n.11 doc. 163

Fondo ANPI Sesto busta n. 2 fasc.n.12 - Foto

Sironi Mario

Sironi Mario - Nato a Sesto San Giovanni il 24.4.1912 e ivi residente. Lattoniere alla Breda I Sezione, arrestato il 19.2.1945 dalle Brigate Nere per attività antistatale e sovversiva, viene trasferito a San Vittore il 25.2.1945 e a Bolzano il successivo 16.4.1945.

Fonti: 13, 16 – Tt G. Pirovano, M. Finetti “La nostra prigionia dal 21/1 al 30/4/1945” IIb, V.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Sgobaro Renato, Validio Mantovani, Lafratta Vito Vincenzo, Camesasca Carlo e Mantovani Rottilio

Sgobaro Renato - Nato a Udine nel 1906, residente a Sesto San Giovanni, operaio della Breda IV sezione, operò nel "3 GAP nel 17 gruppo" con Validio Mantovani (https://anpimilano.com/memoria/partigiani-milano-e-provincia/m/mantovani-validio/),Lafratta Vito Antonio( https://anpimilano.com/wp-content/uploads/2019/11/lafratta-vito-antonio.pdf ) e Carlo Camesasca detto Barbisun (https://lombardia.anpi.it/media/blogs/lombardia/2010-12/5_LAPIDI_CIMITERI-20_12_10.pdf=). Nella autobiografia qui consultabile ricorda le diverse rischiose operazioni alle quali insieme prese parte, tra le quali l'attacco al sergente maggiore Visentin e al Federale Resega. “Validio Mantovani (Ninetto), Carlo Camesasca (Barbisùn), Vito Antonio La Fratta (Totò), Renato Sgobero (Lupo). Quattro nomi che paiono rappresentare le maggiori fabbriche sestesi: Mantovani lavora alla Sapsa Pirelli, Camesasca alla Ercole Marelli, La Fratta alla Falck, Sgobaro alla Breda. Diretti da Egisto Rubini e Cesare Roda costituiscono la prima squadra di quella che diventerà poi la 3° Gap. Della loro vita si sa poco: Mantovani – 29 anni – proviene da una famiglia di operai comunisti che, per il tenace lavoro di educazione politica svolto nei confronti di decine di giovani sestesi e milanesi, verranno ricordati come i Cervi di Sesto San Giovanni. Cadrà fucilato al Forlanini il 31 luglio 1944 insieme al padre, Rottilio, anche egli collaboratore dei Gap milanesi con la funzione di recapito e intendenza. La Fratta, 35 anni, è un operaio specializzato di origine meridionale già arrestato nel 1924 a Torino per propaganda comunista. Catturato il 1° maggio del 1944 e portato a San Vittore, si impiccherà tre giorni dopo temendo di non riuscire a resistere ulteriormente alle torture. Mentre di Sgobero si sa soltanto che è legato al Pci da prima dello scoppio della guerra, le note biografiche di Camesasca presentano invece un uomo di 31 anni che, per sua stessa ammissione, non ha mai voluto interessarsi di politica. Temperamento esuberante, ‘molto amante dello sport in genere’, durante il servizio militare di leva è uno dei tiratori scelti della squadra del 7° Reggimento bersaglieri che, alle gare nazionali di tiro a segno del 1933, si aggiudica il titolo di campione d’Italia delle Forze Armate. Nel 1936 è assunto alla Breda di Sesto San Giovanni e nel 1942 passa alla Marelli dove partecipa allo sciopero per il pagamento delle 120 ore, entrando così in contatto con elementi della cellula in fabbrica, i quali, pur respingendo una sua domanda di iscrizione al partito perché troppo poco conosciuto, gli passano di tanto in tanto della stampa clandestina e gli consentono di versare qualche modesto contributo per il Soccorso rosso. Membro della commissione interna durante i quarantacinque giorni, quando in settembre viene avvicinato da uno dei fratelli Picardi, Camesasca capisce al volo il senso delle proposte che gli vengono fatte, lascia la fabbrica e dal 1° ottobre diventa ‘Barbisùn’.“ (da L. Borgomaneri “Due inverni, un’estate e la rossa primavera” Franco Angeli, 1985 pagg. n. 22-23).

Fondo di provenienza:

Stucchi Bruno

Stucchi Bruno - Nato a Sesto San Giovanni il 13.11.1917 e ivi residente. Controllore alla Breda I Sezione, arrestato il 22.10.1944 per attività antistatale e sovversiva, è trasferito a San Vittore il 17.11.1944 e a Bolzano il successivo 22.11.1944. Rilasciato in data non nota.

Fonti: 16 – AISEC Sezione II piccoli fondi, Fondo Fontanella b. 4 fasc. 1 -IIb, V.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Taccioli Mario

Taccioli Mario - Nato il 6.3.1901 a Cesena (Fo) e residente a Sesto San Giovanni. Disegnatore tecnico alla Breda II Sezione, è arrestato il 14.3.1944 a casa, di notte. Detenuto a San Fedele, a San Vittore e nella Caserma Umberto I. Deportato tra il 17 e il 20.3.1944 a Mauthausen (matr. n. 59162), poi a Gusen (M) il 24.3.1944, quindi il 16.4.1944 a Wien Schwechat (M) - Wien Hinterbruhl (M) - Mauthausen (ha scritto tre lettere da Mauthausen).

Fonti: 1,2,8,13 - Ar. Dch. Depositato 25.9.1945 e 7.1.1846 a Ministero Guerra. Foto,Diario liberazione Mauthausen, Tt, ex deportato su scioperi marzo 1944 . I, II, III, IV, V,XV.

Biografia: Pappalettera, 1969. p. 241, Signorelli 1995, pp.22 ss.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 4 doc. n. 143, da n. 154 a n. 163, da n. 167 -173, e fasc. n. 14 doc. n. 565-567.

Talamucci Carlo

Talamucci Carlo - nasce a Fabriano nel 1920; all’età di 17 anni si trasferisce a Sesto San Giovanni con la famiglia. Lavora come tracciatore alla Breda Aeronautica. Antifascista, dal 1938 milita nell’organizzazione di fabbrica, è responsabile delle cellule del PCI in fabbrica. Viene arrestato nel novembre del 1940 e portato al carcere di S. Vittore per un breve periodo. Alla caduta del fascismo, il 25 luglio del 1943, organizza il primo movimento sindacale della Breda. L’8 settembre costituisce una squadra gappista e inizia l’attività clandestina contro il rinato movimento fascista della Repubblica sociale italiana a Sesto San Giovanni, con il recupero di armi e i sabotaggi. Costretto a lasciare la fabbrica e la città perché ricercato dopo l’assalto alla Casa del Fascio di Sesto, raggiunge l’organizzazione partigiana delle Marche e organizza un gruppo di gappisti nella zona di Senigallia, con una radio che trasmette i movimenti delle truppe tedesche a Brindisi, al comando delle SSO americane, sino alla successiva liberazione di Ancona. Dopo la liberazione dell’Italia centrale tutte le forze partigiane si arruolano nelle quattro divisioni italiane al seguito dell’ottava armata del generale Alexander. Terminata la guerra, ritorna alla Breda. Successivamente nella giunta comunale di Sesto, guidata dal Sindaco Abramo Oldrini, ricopre l’incarico di Assessore alla Cultura. (da http://www.nordmilanotizie.it/ricordando-carlo-talamucci-esempio-per-tutti-di-lotta-antifascista-e-amore-per-la-cultura).

Fondo di provenienza:

Todeschi Mario

Todeschi Mario - Nato nel 1896, operaio alla Breda, fra i fondatori del Pcd’I di Sesto San Giovanni. Perseguitato, incarcerato, partecipa alla guerra di Spagna. Muore nel 1949.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza Fasc 9 (251 biografia)

Valota Guido

Valota Guido - Nato a Bariano (BG) il 3.12.1905. Residente a Sesto San Giovanni, lavora alla Breda V Sezione come attrezzista. Arrestato in casa, di notte, il 14.3.1944, viene trasferito nella caserma San Fedele, quindi al carcere di San Vittore e alla caserma Umberto I di Bergamo. Partito il 17.3.1944 e giunto a Mauthausen il 20.3.1944 (matr. 59186). Trasferito successivamente prima a Gusen il 24.3.1944, poi a Wien Schwechat (Mauthausen) il successivo 16.4. e ancora il 13.7. a WienFloridsdorf (Mauthausen). Deceduto il 5.4.1945 a Steyr, durante la marcia di trasferimento Wien/Mauthausen. Note: lettera dalla caserma Umberto I consegnata alla moglie.

Fonti: 1, 7, 8 – Ar. Dch. S. Croci, Foto, Tt. vedova e A. Sordini I, II, III, V, XII, XV.

Biografia: Signorelli, 1995, pp. 29 e sgg.; Città e fabbrica nella Resistenza, 1995 p. 20.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Fondo ANPI busta n. 2 fasc. n.12

Vecchio Stella

Vecchio Stella - Nasce nel 1921, il papà Enrico, postino, è tra i delegati che fondano il Partito Comunista d’Italia ed è perciò perseguitato dal regime fascista. Studia e si diploma maestra all’istituto Carlo Tenca. Si iscrive al Pci prima del 25.7.1943, mesi dopo entra nella Resistenza e, con il nome di battaglia di Lalla, ha l’incarico di tenere i collegamenti, come staffetta partigiana del Comitato Lombardo delle Brigate Garibaldi, con la Valsesia. Nella fase finale della Resistenza entra a far parte dei Gruppi di difesa della donna dei quali Vera Ciceri era responsabile per Milano. Nel dopoguerra, fra le molteplici attività, negli anni Settanta è responsabile dell’Ufficio Stampa del Comune di Sesto San Giovanni. Il Comune di Milano nel 2009 le conferisce l’Ambrogino d’oro e il 2.11.2012 decide di iscrivere il suo nome, con quello del suo compagno partigiano Alessandro Vaia, tra i Grandi di Milano nel Pantheon del Cimitero Monumentale. https://www.enciclopediadelledonne.it/edd.nsf/biografie/stella-vecchio/

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza Fasc. n. 13 doc. da 529 a 535.Testimonianza di come nascono dopo l’ 8 settembre 1943. i Gruppi di Difesa della Donna, composti prevalentemente da operaie della Pirelli, della Magneti Marelli, della Breda, della Opal, ecc.

Vegetti Renzo

Vegetti Renzo - Nato a Sesto San Giovanni il 7.2.1926 e ivi residente. Aiuto coperturaio alla Breda V Sezione, è arrestato in fabbrica il 12.2.1944. Trasferito in detenzione al carcere di San Vittore e dal 27.4.1944 a Fossoli. Partito il 21.6.1944 e giunto a Mauthausen il successivo 24 e quindi il 5.7. a Wels c/o “Flugzeugwerke-Wels.

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Vergani Giovanni

Vergani Giovanni - Nato a Cinisello Balsamo il 25.10.1899 e ivi residente. Falegname alla Breda II Sezione. Arrestato a casa, di notte, il 14.3.1944 e detenuto a San Fedele - San Vittore e nella Caserma Umberto I. Trasportato il 17.3.1944 per la deportazione a Mauthausen ove giunge il 20.3.1944 (59187) - Gusen (M).

Da"Le pietre raccontano" - Comune di Cinsiello Balsamo.

Fonti: 1, 2,6, 7, 8 – Ar. Foto- I, II, III, V, X, XIV.

Biografia: Meroni, 1990, p.192.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article286

Villa Angelo (Fiorita)

Villa Angelo (Fiorita) - Nato a Sesto San Giovanni il 6.2.1913 e ivi residente. Lattoniere alla Breda V Sezione, è commissario politico di distaccamento della 55ª Brigata Garibaldi Rosselli. L’8.10.1944 viene ferito in combattimento a Introbio, curato da valligiani, viene arrestato a Barzio il 13.10.1944 dai repubblichini del maggiore Gatti per una delazione. Trasferito in detenzione nel carcere di Monza e quindi dal 17.11.1944 nel carcere di San Vittore per attività antistatale e sovversiva e dal successivo 22 dello stesso mese a Bolzano. Partito l’8.1.1945 per la deportazione, tenta la fuga dai vagoni piombati, viene scoperto e violentemente picchiato. Giunge a Mauthausen (matr. 115773) l’11.1.1945 e quindi il 16.2. a Gusen (M), poi di nuovo a Mauthausen dove muore il 17.5.1945. Subito dopo l’arresto scrive una lettera e una suora infermiera scrive per suo conto da San Vittore. Scrive nove lettere dal campo di Bolzano.

Fonti: 1, 2, 7, 8, 13, 16 – Ar. Foto, Tt partigiano C. Redealli, IIb, III, V, XII.

Biografia: Borgomaneri, 1995, pp. , 213; Mascetti, 1990, pp. 120, 125, Morandi, 1991. p. 146; V. Pappalardo. 1996, pp. 24 e ssg.

(da G. Valota –Streikertransport, la deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni 1943-1945, Guerini - ISEC).

Fondo di provenienza:

Fondo Breda – Scheda personale

Fondo ANPI Sesto busta n.2 fasc. n.11 doc. 163

Villa Carlo

Villa Carlo - nasce a Cinisello il 23 aprile 1901. Lavora prima come meccanico alla Breda e poi come magazziniere ma, essendosi rifiutato di iscriversi al Partito Nazionale Fascista, viene licenziato e per mantenere la famiglia è costretto a vendere biancheria come ambulante.In quegli anni si verificano i primi arresti a Cinisello e a Balsamo. In particolare nel 1931 vengono incarcerati e condannati Carlo Meani ed Egidio Pacchetti. Carlo Villa rimane fedele alle sue convinzioni e continua ad incontrarsi, in cascinotti sparsi per la campagna, con gli altri antifascisti locali: si propongono di organizzare attività di propaganda soprattutto nelle fabbriche e di infiltrarsi all’interno delle organizzazioni fasciste. Il 30 ottobre 1934, vengono arrestati Luigi Pacchetti, Giuseppe Trezzi e lo stesso Carlo Villa, che viene condotto a Milano nel carcere di San Fedele e poi di San Vittore. In seguito verranno fermati anche Achille Rossetti, Ambrogio Sironi e Natale Sala. A seguito delle torture Carlo Villa viene ricoverato in infermeria dove gli viene diagnosticato un trauma cranico. Il 17 novembre 1934, diciotto giorni dopo il suo arresto, Carlo Villa muore. Alla moglie viene detto che si è suicidato (fatto smentito dai suoi compagni di prigionia) e, per evitare manifestazioni di protesta durante il funerale, la salma viene tumulata al cimitero di Musocco. Gli altri antifascisti arrestati con lui, sconvolti per la morte del loro compagno, ammettono la propria appartenenza all’organizzazione clandestina, che aveva iniziato a operare già dall’estate del 1932 e vengono condannati tutti a numerosi anni di carcere. Solo nel 1960 la Presidenza del Consiglio dei Ministri riconosce ufficialmente che “il decesso […] è avvenuto nel carcere di S. Vittore in Milano, Piazza Filangeri, mentre il Villa Carlo era detenuto per cause politiche e la morte avvenne a seguito di frattura del cranio, a seguito di percosse e sevizie sofferte” e concede alla vedova il diritto all’assegno vitalizio di benemerenza.(da https://anpicinisello.wordpress.com/2020/04/13/villa-carlo/).

Fondo di provenienza:

https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article250

Fondo Carlo Villa - da "Cinisello Balsamo e l'opposizione al fascismo" di C.Arena - Comune di Cinsello Balsamo

https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article250

Fondo Breda – Scheda personale

Alcuni antifascisti e partigiani di Milano, Monza, Albiate, Arcore, Biassono, Brugherio, Carate Brianza, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Lissone, Muggiò, Nova Milanese, Paderno Dugnano e Vimercate.

Molte le collaborazioni e le relazioni tra gli antifascisti di Sesto con i combattenti per la libertà (oltre che di Milano) anche di Monza, di Brugherio, di Cologno Monzese, di Vimercate e di altre comunità locali circostanti sia durante la dittatura sia nel corso della guerra partigiana. Tra i documenti di archivio (in particolare nel Fondo Gruppo Studio Resistenza) vi sono testimonianza legate anche alle attività di opposizione e contrasto al nazi-fascismo svolte nei territori intorno a Sesto spesso in collegamento con le fabbriche di Sesto.

"I Martiri di Monza e del Circondario" (Sesto San Giovanni, Paderno Dugnano, Albiate Brianza, Biassono, Muggiò, Vimercate, Carate Brianza, Lissone, Nova Milanese, Arcore).

"I Martiri di Monza e del Circondario" (a cura del Comitato di Liberazione Nazionale" - 10 giugno 1945 (Sesto San Giovanni, Paderno Dugnano, Albiate Brianza, Biassono, Muggiò, Vimercate, Carate Brianza, Lissone, Nova Milanese, Arcore).

Fondo di provenienza:

Mariani Franco (Milano)

Mariani Franco (Milano).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 8 - doc. n. 226-231

"Cinisello Balsamo e l'opposizione al fascismo"

"Cinisello Balsamo e l'opposizione al fascismo" di C.Arena - Comune di Cinsello Balsamo

Fondo di provenienza:

Raffai (o Raffasso) Giuseppe, Ripamonti Carlo, Rossi Giuseppe, Bigatti Enrico (Cinisello Balsamo)

Raffai (o Raffasso) Giuseppe operaio alla Breda, Carlo Ripamonti, Rossi Giuseppe, Enrico Bigatti operaio alla Marelli (Cinisello Balsamo).

Fondo di provenienza:

Venino Pietro (Cologno Monzese)

Venino Pietro (Cologno Monzese).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 8 - doc. n. 232-233 e 234-235

Levati Carlo (Vimercate)

Levati Carlo (Vimercate).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 379 -422

Arosio Silvio (Monza - Cinisello Balsamo)

Arosio Silvio - Cirano - (Monza - Sesto San Giovanni).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 423 -429

La resistenza a Brugherio

La resistenza a Brugherio - settembre 1943 - aprile 1945.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 430 -443

Diligenti Emilio (Vimercate)

Diligenti Emilio - La costituzione del I distaccamento "Garibaldi" a Vimercate.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 444 -453

Sala Carlo (Monza)

Sala Carlo (Monza) Confinato politico a Lipari e a Ventotene.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 462 -466

Locatelli Paolo (Monza)

Locatelli Paolo - Magher - (Monza) II Divisione Cascione - IV Brigata.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 467 -473

Guidi Mario (Monza)

Guidi Mario (Monza) - VI Divisione Garibaldi Liguria "Silvio Bonfante" (Cion).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 474 -476

Barni Luigi (Milano)

Barni Luigi - Bobbi - 109 Sap di Crescenzago - 7 Settore.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 477 -478

Tumiati Bruno (Oltrepo Pavese)

Tumiati Bruno - Davide - Terza divisione Garibaldi operante nell'Oltrepo Pavese.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 479 -481

Ferrari Giuseppe (Monza nel trentennale della Liberazione)

Ferrari Giuseppe - Monza nel trentennale della liberazione.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 482 -483

Campana Ivano (Monza)

Campana Ivano - Responsabile del Comitato di Agitazione di Monza nel 1944-45.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 484 -487

Pennati Oreste (Monza)

Pennati Oreste (Monza).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 488 -493

Maini Silvestro (Monza)

Maini Silvestro (Monza).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 494 -498

Biagini Angelo (Monza)

Biagini Angelo (Monza).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 499 -509

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 512 -513

Elenco di sentenze del Tribunale Speciale

Elenco di sentenze del Tribunale Speciale contro oppositori politici monzesi e brianzoli.

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 12 - doc. n. 512 -513

Giovanni Sacchi (Milano)

Giovanni Sacchi (luglio 1943 a San Vittore - Milano).

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 14 - doc. n. 550 -551

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 14 - doc. n. 550 -551

Crippa Davide (Milano)

Crippa Davide (Milano)

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc. n. 14 - doc. n. 550 -551

Canzi Giuseppe e Rebecchi Ruggeri su Misiano

Canzi Giuseppe e Rebecchi Ruggero su Misiano

Fondo di provenienza:

Fondo Gruppo Studio Resistenza B. n. 1 fasc 9 doc. 248.