Gli anni '60/'70 e la lotta per la salute sui luoghi di lavoro
“Ehi, fai avvertire gli operai che il primo che casca gli spacco il muso…”. Con queste parole l’ingegnere di un’impresa edile si rivolgeva al suo impiegato in un passaggio del famoso sketch di Dario Fo del 1962 sulle morti nei cantieri. Lo sketch sarebbe dovuto andare in onda a Canzonissima, popolare trasmissione canora della Rai, ma fu censurato. Esso andava a squarciare il velo su un lato oscuro del miracolo economico, l’altissimo numero di morti e incidenti sul lavoro. Un fatto ignorato dall’ottimismo imperante di quegli anni, ma rimarcato dai dati Inail che proprio per il periodo del “boom” registravano un’impennata di “morti bianche” e di incidenti gravi.
Pochi anni più tardi il tema ha assunto caratteri di drammatica attualità. La richiesta di sicurezza sui luoghi di lavoro diventa uno dei temi centrali di quella stagione di aspri conflitti che si snoda tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso all’insegna dello slogan “La salute non si vende”. Fondazione ISEC conserva una ricca documentazione d’archivio sul rapporto tra salute e lavoro costituita da numerosi opuscoli e giornali di fabbrica prodotti in quegli anni, un patrimonio in corso di digitalizzazione.
Alla crescente attenzione per il tema della sicurezza e dell’ambiente di lavoro contribuisce l’impegno “militante” di tecnici e medici di fabbrica, come documenta in mostra il manuale sull’ambiente di lavoro scritto da Ivar Oddone (1923-2010), medico e psicologo a Torino. Oddone conduce inchieste pionieristiche sulla nocività negli ambienti di lavoro in stretta collaborazione con gli operai nella V Lega Mirafiori alla Fiat, e mette al centro il concetto di “non delega” da parte dei lavoratori nella tutela delle proprie condizioni di salute.
In quegli stessi anni, Giulio Maccacaro (1924-1977), docente di statistica medica a Milano, apre la ricerca di settore ai temi sociali dando vita all’esperienza di Medicina democratica. Dalle pagine della rivista “Sapere” scrive di medicina del lavoro collegandosi alle rivendicazioni operaie più mature. Alla Montedison di Castellanza tiene corsi sulle malattie del lavoro e sul concetto di prevenzione. Non meno rilevante l’impegno di Giovanni Berlinguer (1924-2015). Docente di medicina sociale a Roma, esponente di spicco del Partito comunista e ispiratore di leggi fondamentali in ambito sanitario, coordina nel 1967 una ricerca sulle condizioni di lavoro degli operai pubblicata due anni dopo con il titolo La salute nelle fabbriche, un libro inchiesta che denuncia gli effetti sulla salute del lavoro industriale regolato dalla legge del profitto.
I risultati di questo forte impegno pubblico non si fanno attendere. Nel 1970 viene approvato lo Statuto dei Lavoratori dove l’articolo 9 recita: I lavoratori, mediante le loro rappresentanze, hanno il diritto di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica. Nel 1978, la legge n. 833 che istituisce il Sistema Sanitario Nazionale prevede compiti di prevenzione primaria anche nei confronti dei rischi lavorativi e favorisce la nascita dei Servizi di Medicina Ambiente e Lavoro. Nel 1994 la legge 626 introduce figure specifiche per il controllo della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Articolo a cura di Dino Barra