In treno per la memoria - Mauthausen

Il viaggio della memoria 2025, organizzato come ogni anno dai sindacati confederali, ha condotto alla fine dello scorso febbraio le delegazioni di quattro scuole brianzole a Mauthausen, Gusen, Hartheim e Ebensee. In rete con gli altri istituti storici lombardi, Fondazione ISEC ha curato il percorso di formazione, che precede e accompagna la visita ai luoghi della deportazione.

Le aspettative per il viaggio

La formazione ha avuto inizio con gli scambi e gli incontri del gruppo di lavoro, composto dai docenti Valentina Stoppa del L. Da Vinci di Carate, Alberto Di Maria del liceo Parini di Seregno, Ruggero Cesana e Chiara Colombo dell'Enriques di Lissone e Rocco Bellini del Carlo Porta di Monza, da Fabio Midolo che ha partecipato nella doppia veste di docente e segretario generale FLC di Monza e Brianza, oltre che dalla responsabile formazione e didattica di Fondazione ISEC.

Il gruppo di lavoro giunge quest'anno alla condivisione della terza esperienza e rappresenta una garanzia al tempo stesso di continuità con quanto già fatto e di innovazione, in vista dell'adattamento alle esigenze dei e delle partecipanti.

Il programma proposto alle scuola conferma una linea inaugurata lo scorso anno: laboratori e incontri a partire dal materiale degli archivi della Fondazione e in relazione a una persona che ha vissuto la tragica esperienza del campo di concentramento.

La storia su cui ci si è orientati in questo Ottantesimo della Liberazione è quella di Egidio Bertazzoni.

Antifascista da sempre, insegnante di lettere alla Scuola del libro della Società Umanitaria di Milano, Egidio Bertazzoni è stato arrestato nel marzo del '44 e deportato a Mauthausen; sarebbe poi stato ucciso, in quanto considerato inabile al lavoro, nel castello di Hartheim il 24 agosto dello stesso anno.

Il percorso didattico, articolato in dieci ore, si è sviluppato attraverso cinque tappe, svolte in parte a scuola, in parte in Fondazione ISEC, in parte a Milano: un'ora di introduzione storica; un'ora di laboratorio di libera espressione; l'incontro con Mariolina Bertazzoni, figlia di Egidio; il laboratorio sulle fonti, a cura di Laura Tagliabue dell'ANED di Sesto San Giovanni e la visita alla Società Umanitaria.

La scelta di Egidio Bertazzoni ha consentito una definizione in senso "scolastico" della formazione di quest'anno: oltre ad essere egli stesso un docente, aveva sposato una maestra, e docente è stata anche la figlia Mariolina.

Il viaggio si è svolto tra il 27 febbraio e il 2 marzo.

Nell'arco temporale dell'andata, con interventi da 5 minuti ogni ora, sono stati illustrati alcuni aspetti della storia del campo di Mauthausen, dalla sua nascita ai progetti hitleriani sulla vicina città di Linz, dalla presenza delle donne costrette a prostituirsi fino alla vicenda di Francisco Boix, autentico "nodo di Storia" in cui convergono la Guerra civile spagnola e la parabola del nazismo e della Seconda guerra mondiale.

Il laboratorio di libera espressione

Le prime due ore del percorso di formazione si sono svolte nelle quattro scuole. 

Particolarmente interessante la seconda, quella dedicata al laboratorio di libera espressione durante il quale ai e alle partecipanti sono state distribuite sottilissime veline, provenienti da un blocco di carta copia-lettere degli anni Trenta, e stampe di fotografie provenienti degli archivi di Fondazione Memoria della deportazione di Milano. Agli e alle studenti è stato chiesto di ricalcare queste fotografie senza dire cosa rappresentassero, in modo che provassero a interpretare ciò che stavano ricopiando, aggiungendovi inoltre un elemento che, pur non presente nell'immagine, poteva essere coerente con essa. L'idea era di provare a sollecitare una riflessione sulle aspettative, trasferendole anche, per chi se la fosse sentita, in un breve audio che spiegasse il motivo dell'inserimento dell'"oggetto in più".

Il laboratorio, che ha aperto il percorso formativo, lo ha poi concluso durante il viaggio: la sera prima della partenza il gruppo delle delegazioni ha incontrato la direttrice di Fondazione Memoria della deportazione, Elisabetta Ruffini, che ha illustrato i contenuti delle fotografie proponendo una riflessione sul tema della costruzione della memoria. 

Mariolina Bertazzoni

L'incontro con Mariolina Bertazzoni si è svolto in Fondazione ISEC il 30 gennaio.

Immersa nel silenzio di studenti e docenti, Mariolina ha ripercorso con meticolosità e commozione le tappe della vita sua, del padre, della madre e del fratello Mino, per anni impegnato nella promozione della memoria delle vittime del nazifascismo.    

La visita all'Umanitaria

Una delle tappe significative della formazione è stata la visita della Società Umanitaria di Milano dove E. Bertazzoni ha insegnato, una realtà tuttora autorevole nel tessuto sociale e culturale del capoluogo lombardo.    

Durante il viaggio

Il clima generale, la cui costruzione è stata oggetto di attenta valutazione all'interno del gruppo di lavoro, si è mosso lungo la direttrice del dialogo tra gli adulti e i giovani; il tentativo, la cui riuscita non è evidentemente né quantificabile né apprezzabile nell'immediato, è stato quello di dosare informazioni, pareri e partecipazione cercando di evitare il sovraccarico emotivo e lasciando ampi spazi al silenzio e a quel "ruminare del pensiero" in cui consiste, secondo Nietzsche, ogni seria riflessione.

La visita a Mauthausen

La visita a Ebensee

Inserita per la prima volta all'interno del viaggio della Memoria, la visita alle gallerie di Ebensee ha dato l'opportunità di avere un'idea dell'"inabissamento" della produzione bellica, fatto necessario dato che, dopo una prima fase di inviolabilità, anche i cieli austriaci sono dominati dall'aviazione alleata.