Natale in Piazza Duomo
Di Dino Barra
25 dicembre 1960
Il 25 dicembre 1960 in piazza Duomo si riunirono più di 30.000 cittadini milanesi in solidarietà con gli operai elettromeccanici in lotta da mesi per il rinnovo del contratto integrativo di lavoro. L’iniziativa era stata indetta dalla Fiom Cgil e dalla Uil. La Cisl, pur coinvolta nella vertenza, aveva ritenuto di non dovervi aderire per timore che l’interferenza con i riti del Natale potesse infastidire le gerarchie cattoliche.
La lotta dei 60.000 elettromeccanici milanesi, un comparto di punta dell'industria cittadina rappresentato da nomi come CGE, Borletti, Telettra, Face Standard, Ercole Marelli, era partita alla fine dell’estate, il 19 settembre, con uno sciopero generale della categoria di 24 ore poi seguito da altre mobilitazioni e culminato il 9 novembre con la proclamazione dello sciopero generale di mezza giornata a tempo indeterminato.
Gli operai chiedevano la definizione del contratto integrativo aziendale con aumento delle retribuzioni del 15%, riduzione delle ore di lavoro a 40 pagate 48 ore, parità di retribuzione tra uomini e donne, giovani e adulti, contrattazione di cottimo, qualifiche e organici: obiettivi riguardanti, quindi, non solo l’aspetto retributivo ma la condizione lavorativa nel suo complesso, che mettevano al centro la questione dei diritti in fabbrica e la partecipazione a quel benessere che la crescita dell’economia italiana allora in pieno sviluppo aveva generato. Questo tipo di richieste avrebbe poi accompagnato tutta la mobilitazione degli anni successivi culminata nell’autunno caldo.
Il contesto generale non era dei più favorevoli a rivendicazioni del genere: il movimento operaio era uscito indebolito dalle lacerazioni sindacali e dalle misure repressive nei confronti delle lotte popolari succedutesi nel corso di tutti gli anni ’50; inoltre, da poche settimane si era dimesso il governo di centro-destra presieduto da Fernando Tambroni. La controparte imprenditoriale, che aveva allora il volto arcigno di Furio Cicogna, presidente di Assolombarda, opponeva resistenza alle richieste operaie e sembrava non avere alcuna intenzione di chiudere la vertenza.
Le organizzazioni sindacali, in particolare la Fiom milanese guidata da Giuseppe Sacchi, si dimostrarono in quella occasione capaci di piegare la resistenza della controparte sperimentando nuove forme di lotta che assicurarono la tenuta nel tempo della mobilitazione e il coinvolgimento di altre categorie operaie e della componente impiegatizia.
Importantissima si rivelò la scelta di insistere sulla sensibilizzazione della città: bisognava far arrivare le ragioni della protesta alla gente anche attraverso nuovi canali di comunicazione, e per questo si organizzarono volantinaggi diffusi, cortei, presidi sotto le sedi di tv e giornali (i grandi giornali, come è possibile vedere sfogliando le collezioni in Fondazione Isec, avevano dedicato fino ad allora poche distratte righe alla vicenda).
A dare la svolta alla vertenza fu proprio la manifestazione del giorno di Natale in piazza Duomo, davanti al sagrato della chiesa, una cosa mai avvenuta prima. La partecipazione fu un successo, aderirono alla giornata di lotta anche tanti intellettuali (Da Vittorini a Visconti a Piovene) ma il rilievo politico dell’iniziativa derivò dall’omelia dell’arcivescovo di Milano, cardinal Montini (futuro papa Paolo VI), che espresse esplicita solidarietà agli operai.
L’isolamento rispetto alla città, reso a quel punto tangibile proprio all’indomani dell’iniziativa di Natale, indusse le organizzazioni imprenditoriali a cedere e ad accettare gran parte delle richieste sindacali.
Per i contenuti e le forme della mobilitazione, nonché per il suo esito finale, la vertenza degli elettromeccanici milanesi va considerata un punto di svolta nella storia delle relazioni industriali. L’intera vicenda è ricostruita attraverso l’utilizzo della documentazione del Fondo Giuseppe Sacchi – appunti personali, relazioni, volantini, fotografie, ritagli di giornali - conservato presso l’archivio di Fondazione Isec. Giuseppe Sacchi, lo ricordiamo, era in quel momento segretario cittadino della Fiom. In gran parte a lui va ascritto il merito di aver intuito che le ragioni degli elettromeccanici avrebbero vinto se fossero arrivate al cuore dell’intera città anche attraverso inedite forme di mobilitazione.
22 dicembre 1968
Quello del 1960 non è stato l’unico Natale di lotta a Milano. Il 22 dicembre del 1968 scioperarono i dipendenti della grande distribuzione e le commesse della Rinascente di piazza Duomo bloccarono l’accesso con dei picchetti molto partecipati. Alla mobilitazione si unirono gli studenti e gli operai di molte fabbriche milanesi e per 12 ore l’intera piazza Duomo fu teatro di volantinaggi, comizi, capannelli a sostegno della vertenza sindacale in corso, in cui si denunciavano le dure condizioni di lavoro degli operai ma anche i meccanismi disumanizzanti e consumistici del sistema capitalistico. L’intera manifestazione fu caratterizzata da duri scontri con la polizia e anche da aggressioni di gruppi neofascisti ma costituì un momento di lotta e partecipazione indubbiamente significativo, non solo dal punto di vista strettamente sindacale.
Le immagini provengono tutte dal Fondo Sacchi di Fondazione Isec eccetto le pagine dell’Unità, conservate insieme all’intera raccolta del giornale presso l’emeroteca di Fondazione Isec, e le fotografie provenienti da Storia fotografica del lavoro in Italia. 1900-1980 (a cura di A. Accornero, U. Lucas, G. Sapelli), conservato presso la biblioteca dell’Istituto.