Natale in fabbrica
Di Alberto De Cristofaro
La fabbrica fordista, ancora largamente prevalente nel nostro paese sino ad alcuni lustri fa, si caratterizzava come luogo di confronto/scontro di visioni diverse del mondo e dell’economia. Imprenditori, organizzazioni sindacali e partiti politici lottarono accanitamente nel corso dei decenni per conquistare le menti e i cuori di milioni di lavoratori che ogni giorno entravano nelle fabbriche. Per far ciò furono adottate strategie assai differenti, che rispondevano a ideologie spesso diametralmente opposte.
La stampa di fabbrica, sia quella prodotta per così dire dai lavoratori o dai loro organismi di rappresentanza (cellule di partito interne alle aziende, sezioni sindacali di fabbrica, commissioni interne, consigli di fabbrica, comitati unitari di base, ecc.), sia quella direttamente edita dai proprietari delle imprese, costituisce un valido punto di osservazione da cui scrutare le dinamiche interne del mondo del lavoro dalla caduta del fascismo sino almeno agli anni ’80 del secolo scorso.
Fondazione ISEC conserva centinaia di pubblicazioni di questa natura, tutte catalogate, digitalizzate e consultabili nella sua Biblioteca digitale. Nella stragrande maggioranza si tratta di fogli politico/sindacali di diversa matrice ideologica, ma con una significativa prevalenza della stampa prodotta dalle organizzazioni politiche e sindacali della sinistra, a cui fanno da contraltare alcuni importanti house organ di parte padronale.
Il confronto tra le visioni della vita nelle fabbriche che traspare da queste fonti è sorprendente e altamente istruttivo. In genere i fogli dei lavoratori sono connotati da una notevole carica antagonista di classe, per usare un termine ormai pressoché dimenticato ai giorni nostri, da accesi toni rivendicativi volti a ottenere condizioni di lavoro migliori (ambienti di lavoro più salubri, ritmi lavorativi meno frenetici e logoranti, apparati e strumentazioni di sicurezza e vigilanza più adeguati per contrastare gli infortuni, cibi più abbondanti e di miglior qualità nelle mense, ecc.) e salari più sostanziosi; le testate di parte padronale si connotano viceversa per una maggiore propensione per i toni “paternalistici”, con richiami costanti al tema della necessaria collaborazione tra le maestranze e i datori di lavoro. Solitamente, gli house organ davano conto delle “provvidenze” istituite dalle imprese a favore dei dipendenti, delle iniziative per così dire comunitarie (premiazioni degli anziani, gite sociali, attività sportive e culturali di varia natura, conferimento di premi ai figli dei dipendenti che si distinguevano negli studi) che servivano a consolidare lo spirito di appartenenza dei lavoratori alle imprese. Gli house organ erano inoltre più propensi a pubblicare articoli tecnici relativi alla produzione e a concedere spazio a pezzi di varia cultura, talvolta con contributi di rinomati scrittori e studiosi.
Le rispettive caratteristiche degli organi di stampa collocati su fronti contrapposti trovavano uno dei loro momenti di maggior evidenza a dicembre, in occasione delle feste natalizie. Ai toni edulcorati e ampiamente tradizionalisti della stampa padronale faceva da controcanto la stampa dei lavoratori, che non lasciava mai trasparire alcun abbandono festivo. Semmai il Natale, in modo più appariscente a partire dalla fine degli anni ’60, diveniva l’occasione per dar sfogo a una più spiccata vena satirica nell’intento di mettere in luce le supposte ipocrisie dei datori di lavoro. Gli auguri ai compagni lavoratori venivano formulati in modo sobrio, spesso utilizzando dei boxini in fondo alla prima pagina; altre volte con articoli anche corposi in cui gli auguri natalizie fungevano da pretesto per tracciare una sorta di bilancio dell’anno appena trascorso e preannunciare le lotte dei mesi a venire. Come si è cercato brevemente di illustrare anche queste fonti, ritenute in genere minori, possono essere molto utili per ricostruire il quadro di una certa epoca e farci respirare le passioni di un periodo storico.
Per un approfondimento sul tema dei giornali di fabbrica può essere utile la lettura dell’introduzione (“Quaranta anni di cultura operaia nei giornali di fabbrica del Milanese”) al volume di Ester Bielli e Alberto De Cristofaro, Bibliografia dei giornali di fabbrica del Milanese, 1943-1980, Milano, Editrice Bibliografica, 1993.
Sugli house organ viceversa si veda il progetto di Fondazione ISEC “Comunicare l'impresa. Gli house organ e la stampa aziendale italiana nel Novecento”.