Il Regio decreto del 5 settembre 1938 investe per intero la scuola italiana: sono espulsi studenti, docenti e personale amministrativo di "razza ebraica". Si procede alla sostituzione dei libri di testo scritti da autori ebrei con altri, di autori ariani.
Togliere agli ebrei il diritto all'istruzione, espellerli dalle cattedre e dagli uffici è stato, com'è noto, uno dei passi del cammino verso lo sterminio.
Cosa resta di questa vicenda nelle scuole di oggi, in particolare in quelle che erano già attive nel '38? Quale contributo possono offrire gli archivi scolastici alla ricostruzione di quei fatti e di quelle vite?
È la domanda che si pone un libro di recente pubblicazione, Foto di classe senza ebrei - Archivi scolastici e persecuzione a Milano (1938-1944) (BIBLION edizioni 2022)
Il libro, curato da Patrizia Baldi, Enrico Palumbo e Gianguido Piazza e concentrato sulla realtà milanese, è frutto del lungo lavoro di scavo condotto da docenti e studenti negli archivi del proprio liceo, istituto tecnico o scuola elementare.
Ne emerge una realtà composita, fatta di presidi, come nel caso del Beccaria, che applicano con zelo ed entusiasmo le direttive ministeriali, di "accertamenti razziali" su docenti, di assegnazione di temi con titoli quali "Com'è sorta la nostra bella rivoluzione".
E naturalmente, paragonando i registri dell'anno scolastico '37/'38 al successivo, di buchi negli elenchi degli alunni.
Ma Foto di classe senza ebrei non descrive solo le tappe di una ricerca storica, è anche il racconto di un'esperienza didattica, della tessitura, grazie al lavoro negli archivi, del filo che lega studenti di oggi (o degli ultimi venticinque anni) e alcuni loro compagni di molti decenni fa.
"La logica della ricerca, l'emozione della scoperta": parole di una delle studentesse che hanno partecipato al progetto e che ne esprimono lo spirito.
Parole, ci sembra, che ogni storico condividerebbe e che possono accompagnarci in questo 27 gennaio 2023.