Siria Trezzi

Cresciuta in una famiglia in cui l’impegno politico ha sempre avuto un ruolo fondamentale, Siria Trezzi è stata Sindaco del Comune di Cinisello Balsamo. Attualmente è un funzionario pubblico.
(Nota contestuale: è nata nel 1964 e, al momento della strage, aveva quindi cinque anni; non possiede alcun collegamento diretto con l’evento.)

Qual è il rapporto di Siria Trezzi con la strage di Piazza Fontana?

Aveva cinque anni quando è esplosa la bomba di Piazza Fontana e dunque non può conservare alcun ricordo diretto di quel momento. La sua relazione con l’evento è quindi mediata esclusivamente dalla memoria familiare, dalle narrazioni pubbliche e dal dibattito politico e istituzionale che ha attraversato gli anni successivi.

Con quali criteri ISEC ha deciso di intervistare Siria Trezzi?

Trezzi è stata assunta a personalità emblematica per comprendere quale sia stato l’impatto della strage su una persona appartenente a una generazione successiva a quella di chi era giovane nel 1969. Inoltre, ISEC si proponeva di indagare come si sia trasmesso il ricordo di quel periodo storico ai figli e, più in generale, ai giovani, anche sulla base della percezione maturata durante gli anni del suo mandato politico-amministrativo.

(A chiarimento: l’intervista mirava anche a valutare se e in che modo la risposta di Milano alla strage – la reazione civica, politica e istituzionale del dicembre 1969 – abbia avuto un ruolo nel suo percorso di impegno pubblico, tanto più essendo lei bambina all’epoca dei fatti.)

Quale ruolo ha avuto la memoria di Piazza Fontana nel suo impegno politico?

Siria Trezzi, mentre mantiene un ricordo visivo della strage di Bologna (anche perché si trovava nella stazione del capoluogo emiliano il giorno precedente l’esplosione), per ragioni anagrafiche non ha alcun ricordo diretto della bomba di Piazza Fontana e di quella di Brescia. In particolare, agli occhi di molti della sua generazione, le drammatiche vicende di Pinelli e di Calabresi si sono innestate fino a sovrapporsi all’evento del 12 dicembre in Piazza Fontana.

Nel complesso, la stagione della strategia della tensione nel periodo 1969–1980 ha indotto una consapevolezza dei pericoli cui è esposta costantemente la democrazia italiana, la cui conquista — avvenuta con la Resistenza — non può mai essere data per scontata. La stratificazione degli eventi, la sovrapposizione delle narrazioni e la complessità del quadro storico hanno contribuito a orientare la sua sensibilità politica e istituzionale.

Come interpreta la differenza di ricezione dei messaggi sulla strage tra la sua generazione e quelle più giovani?

La differenza è letta come un cambiamento nel modo in cui le diverse generazioni si rapportano alla storia recente: ciò che per chi è cresciuto negli anni Settanta e Ottanta era ancora un’eredità viva e discussa, per i più giovani risulta più distante e meno immediatamente comprensibile. Non si tratta di un limite delle nuove generazioni, ma dell’effetto fisiologico del passare del tempo, che rende necessario rinnovare linguaggi, strumenti e modalità di trasmissione della memoria.