MONDO BEAT

«Mondo Beat», una delle prime riviste underground nate in Italia negli anni Sessanta, diventa il principale punto di riferimento per i movimenti beat italiani. Il primo numero ciclostilato di «Mondo Beat», senza data, viene composto e stampato il 15 novembre 1966 a Milano da Giuseppe Pinelli nel circolo anarchico Sacco e Vanzetti. Promotori della rivista sono Vittorio di Russo, Melchiorre Gerbino e Umberto Tiboni a cui presto si aggiungono Andrea Valcarenghi e altri provenienti dal gruppo raccolto attorno a «Onda verde»: comune a tutti è il riferimento allo stile e alle tematiche del movimento Provo olandese. Anima e voce di una insofferenza giovanile verso istituzioni e codici tradizionali attorno alla rivista si coagulano gruppi di giovani che hanno eletto la strada a proprio domicilio.

La sede della rivista in via Montenero, conosciuta come la “cava”, diventa così il punto di riferimento per minorenni scappati di casa, immigrati alla ricerca di un tetto e in generale per quelli che la stampa bollava come capelloni. Nella primavera del 1967 i redattori di «Mondo Beat» prendono in affitto un campo nei pressi di via Ripamonti, noto alle cronache come Barbonia City, una tendopoli destinata a divenire il luogo simbolo del movimento beat italiano, sgombrato dalla polizia il 12 giugno 1967. L’esperienza del gruppo di «Mondo Beat» si avvia alla conclusione diluendosi all’interno dei movimenti giovanili che avrebbero dato vita al ’68.

Dopo lo sgombero di Barbonia City, Giangiacomo Feltrinelli si offre di stampare e distribuire un numero della rivista, il quinto e ultimo, che uscirà il 31 luglio 1967. Aperto da un editoriale dello stesso editore, che vede nei giovani raccolti attorno a «Mondo Beat» l’espressione di «una crescente opposizione alla società capitalista, alla società dei consumi», e chiuso da un disegno di Guido Crepax dal titolo Il Corriere della Sera dice le bugie, il numero ospita anche un appello contro la repressione della polizia firmato da intellettuali quali Vittorio Gregotti, Cesare Musatti, Mario De Micheli, Ottiero Ottieri, Armanda Guiducci, Dario Fo, Franca Rame, Arturo Schwarz, Nanni Balestrini, Ludovico Geymonat, Mario Spinella, Francesco Indovina, Umberto Eco e altri.

Per saperne di più

M. Guarnaccia, Provos. Amsterdam 1960-67: gli inizi della controcultura, AAA edizioni, Bertiolo 1997;

G. De Martino e M. Grispigni, I capelloni, Mondo beat 1966-1967. Storia, immagini, documenti, Castelvecchi, Roma 1997

G. De Martino e M. Guarnaccia (a cura di), Capelloni & ninfette: Mondo beat (1966-1967). Storia, immagini, documenti